Il voto cattolico USA nelle elezioni presidenziali 2000/2016

Dati ufficiali alla mano, semplificando, i cattolici americani – per lunghissimi decenni (e più) costantemente vicini al partito dell’asinello – nelle votazioni per White House recenti (dal 2000) hanno votato in maggioranza repubblicano se e quando il candidato GOP rappresentava l’ala conservatrice

del partito e di contro si sono rivolti alla sponda democratica allorquando il nominato dell’elefantino si collocava al centro. 

Hanno pertanto preferito George Walker Bush ad Al Gore nel 2000 e a John Kerry quattro anni dopo.
Hanno votato Barack Obama sia nel 2008 (competitor John McCain) che nel 2012 (oppositore Mitt Romney).
Si sono schierati – sempre a maggioranza, si intende – con Donald Trump, per quanto ‘maverick’ percepito appunto come un conservatore, concedendogli un vantaggio di sette punti percentuali (cinquantadue a quarantacinque) probabilmente decisivo.
Dovranno in futuro i due schieramenti partitici tenere nel debito conto quanto in merito si è rilevato.
Dovranno i democratici rendersi partecipi del fatto che, con buona probabilità, le loro posizioni liberal sui temi etici (Hillary Rodham Clinton le incarnava l’anno scorso) vengono rifiutate da una consistente parte delle etnie emergenti (ispanici in prima fila) che troppo facilmente tutti opinavano e ancora opinano debbano loro necessariamente aggregarsi.
 
La differenza rispetto ai dati tradizionali è decisamente rimarchevole ove si volga lo sguardo altresì alle candidature.
Praticamente inesistenti i cattolici nelle primarie GOP fino ad anni a noi alquanto vicini.
Numerosi, dipoi.
Nel 2016, per dire, Jeb Bush, Rick Santorum, John Kasich, Marco Rubio…
Mauro della Porta Raffo