Un ‘barbaro’ a Oruro

Allora, hai deciso di soccorrere la Francia.
È attaccata dalla Prussia e tu, senza sapere bene dove si collochi geograficamente, adori Parigi.
Sei il Presidente della Bolivia e del fatto che non avendo il tuo Paese sbocchi sull’oceano dovrai far passare le truppe nella foresta amazzonica brasiliana non ti importa nulla.
Come non ti preoccupi affatto di come e in qual modo farai loro traversare l’Atlantico.
Metti in gioco un esercito di tremila uomini e l’unica raccomandazione che fai loro è di stare attenti a non bagnare le armi e le munizioni con l’acqua dell’oceano.
E al dunque vai ad Oruro.
Vai nella città più alta del mondo con i suoi tremilasettecento metri sul livello del mare.
Ad ispirarti?
E ti rompi un piede.
E ti va bene perché una volta guarito apprendi che Parigi è caduta e che il tuo intervento sarebbe vano.
Ti arrabbi ma non puoi che desistere.
Peccato, sarebbe stata una bella storia quella della traversata amazzonica.
Sarebbe stato interessante vedere come e in qual modo con i tuoi uomini avresti varcato l’Atlantico.
A nuoto?
Sarebbe stato eccezionale, unico, un confronto armato tra boliviani e prussiani.
Sei Mariano Melgarejo, il vero ‘caudillo barbaro’ – tutt’affatto diverso da un ‘letrado’ – secondo la definizione di Alcides Arguedas.
Sei capace di prendere la vita di petto e l’hai dimostrato mille volte.
Strappando il potere con la forza.
Eliminando Manuel Belzu’, esponendone il corpo dal balcone del palazzo presidenziale e chiedendo alla folla sotto radunata “Chi vive se Belzu’ è morto” per sentirti rispondere “Larga vida a Melgarejo”.
Combattendo sempre e dovunque.
Cadrai.
Infine.
In esilio.
Ma solo le pallottole di un attentatore ti fermeranno.
A Lima.
Sotto la casa della tua (tra le tante, la preferita) amante.
‘Que hombre vertical!’

Mauro della Porta Raffo