Tarzan

E’ normale a una certa età voltarsi indietro e fare bilanci.

Ma l’esercizio del rimpianto è la cosa più inutile che ci sia.

E non c’è niente di inutile che, dài e dài, non si riveli anche dannoso.

Esempio.

Johnny Weissmuller fu campione di nuoto ma passò alla storia come il più rappresentativo Tarzan del cinema.

Furono i suoi film a coniare il famoso urlo disumano, poi da tutti i successori replicato, che nei romanzi di Edgar Rice Burroughs non compariva nemmeno.

Weissmuller, fatti i soldi, trovò che non sapeva come investirli.

Spuntò un faccendiere che si mise a disposizione: Tarzan aveva i soldi, lui l’esperienza.

Andò a finire che lui fece i soldi e Tarzan l’esperienza.

Infatti, Weissmuller morì povero e dimenticato.

Se non avesse dato retta a quello, certo la sua sorte sarebbe stata migliore.

Il fatto è che, quando gli diede retta, era convinto che fosse la scelta giusta.

Il grido “ah, se potessi tornare indietro!” implica un’aggiunta che viene sempre omessa: “…con la saggezza che ho adesso”.

Mio nonno diceva sempre che bisognerebbe nascere vecchi e ringiovanire ma mano.

Intendeva proprio questo: se sapessi quel che so ora, in certi bivi della vita avrei preso un’altra strada.

Già, ma chi ce l’assicura che l’“altra strada” non avrebbe rivelato, cammin facendo, controindicazioni ed effetti collaterali?

Questa è Valle di Lacrime, e qualunque via imbocchi fa presto a rivelarsi, anch’essa, piena di sassi e rovi.

Insieme, naturalmente, a gioie e soddisfazioni.

Johnny Weissmuller
Johnny Weissmuller

Il mix non risparmia nessuno.

E se qualcuno vi sembra sia stato risparmiato, abbiate pazienza e aspettate.

Diceva Padre Pio a Carlo Campanini, che si rammaricava di dover guadagnarsi il pane facendo il comico: “Figlio mio, ognuno di noi fa il buffone meglio che può nel posto in cui Dio l’ha messo”.

Alla nascita il Padreterno ti dota di una mano di carte.

Devi giocare con quelle.

Il sistema più sicuro per non fallire è seguire le istruzioni del Cartaio.

Tanto, alla fine tutti, dal più fortunato al più sfigato, dovremo ridargliele.

Non ci chiederà se abbiamo vinto o perso, ma come abbiamo giocato quelle, poche o tante, che ci erano state assegnate.

Credo che quel giorno si ribalteranno molti tavoli.

Rino Cammilleri