Spigolando dai diari di Joseph Goebbels degli anni 1939-1941

Joseph Goebbels costituì, insieme a Hermann Göring ed Heinrich Himmler, il gruppo di gerarchi più vicini ad Hitler e più influenti  della Germania nazista. A questi si aggiungerà più tardi il giovane architetto Albert Speer  che progetterà ed in parte cercherà di realizzare i faraonici e megalomani progetti che Hitler sognava per la sua Germania dominatrice dell’Europa. Speer, a seguito del processo di Norimberga, sconterà 17 anni di prigionia, mentre Göring si suiciderà in carcere alla vigilia dell’esecuzione dopo il processo di Norimberga, Himmler tenterà di scappare ma, catturato il 22 maggio del 1945 da una pattuglia militare inglese, si suiciderà il giorno successivo con una capsula di cianuro che teneva nascosta in una fessura dei denti. Tutti comunque erano scappati da Berlino eccetto Goebbels che si suiciderà con un colpo di pistola, nel bunker della Cancelleria del Reich, il giorno successivo al suicidio di Hitler, cioè il primo maggio 1945, dopo avere sparato a sua moglie la quale a sua volta aveva prima fatto narcotizzare i sei figli con la morfina, per poi ucciderli spaccando dentro la loro bocca una fialetta di cianuro.

Con questo gesto estremo Goebbels dimostrerà fino all’ultimo la sua assoluta fedeltà e l’incondizionata adorazione per Hitler e per la sua folle ideologia nazionalista e razzista. A differenza di Göring e di Himmler, Goebbels  aveva conseguito laurea e dottorato in letteratura germanica ed era un uomo di vasta cultura e di molti interessi al punto che lo stesso Hitler lo chiamava “Herr Doctor”. In particolare era un diarista scrupoloso, prolisso ed indefesso che ogni giorno, anche nei periodi di maggiore attività, annotava minuziosamente non solo i fatti della giornata ma li arricchiva con considerazioni personali e commenti. I diari iniziano nel 1924, quando Goebbels ha 27 anni, e proseguono fino al 10 aprile 1945, a meno di un mese dalla sua morte. I diari costituiscono oggi un corpus di 32 volumi editi da Elke Frölich e collaboratori; l’intera opera, dal titolo “Die Tagebücher von Joseph Goebbels” è stata completata nel 2008 con l’uscita dell’ultimo volume.

Goebbels era consapevole dell’importanza storica dei suoi diari e sicuramente almeno in parte li aveva scritti pensando che potessero essere letti in futuro. Egli stesso si adoperò affinché le molte migliaia di pagine fossero messe al sicuro, per cui furono riprodotte in microfilm su lastre di vetro, una tecnica allora all’avanguardia, sotto il controllo del suo stenografo Richard Otte  (a partire dal 1941 Goebbels non scrisse più a mano) e gli originali conservati nella Cancelleria dove furono ritrovati parzialmente distrutti tra le rovine dell’edificio, mentre i microfilm furono seppelliti a Potsdam. Qui vennero trovati dalle truppe dell’Armata Rossa e spedite all’archivio del KGB a Mosca dove giacquero senza essere letti, finché nel 1992 furono scoperti dalla storica tedesca Elke Frölich, il che permise di arrivare alla pubblicazione pressoché completa dei diari. Qui ci riferiamo ai “Diari di Goebbels 1939-1941” a cura di Fred Taylor pubblicati da Sperling e Kupfer nel 1984, che coprono, con qualche mancanza, il periodo dal 1⁰ gennaio 1939 all’8 luglio 1941. Sono uno spaccato dei primi due anni di guerra visti da un osservatorio assolutamente particolare, da un uomo, Goebbels, che si identificava corpo e anima col Partito e col suo Capo. Sono gli anni trionfali del massimo fulgore espansionistico della Germania con Hitler praticamente “dominus” dell’Europa, compresa la sgangherata Italia che era ricorsa al suo aiuto in Africa ed in Grecia.

 

Goebbels proveniva da una famiglia cattolica della piccola borghesia di una cittadina della Renania, Rheydt, dove era nato nel 1897. A sette anni fu colpito da una forma di poliomielite che lo lasciò zoppo per sempre impedendogli di partecipare alla prima guerra mondiale. Era un uomo piccolo di statura, quasi rachitico, ben diverso dal modello di razza ariana vagheggiato dal nazionalsocialismo, e ciò malgrado era un impenitente donnaiolo. Nel 1923 inizia a sviluppare la sua visione politica profondamente antisemitica ed antidemocratica, che trova un facile sbocco nelle idee del nascente partito nazista. Nell’aprile del 1924 si vota completamente al nazionalsocialismo e con la sua grande abilità oratoria,  che riusciva ad infiammare il pubblico grazie alla sua violenza persuasiva, inizia a scalare la gerarchia del partito. Nell’ottobre del 1926 Hitler lo nomina Gauleiter di Berlino, una città difficile per la presenza di una forte componente di socialisti e comunisti. Con infaticabile attività riesce a spostare molti elettori operai “rossi” alla causa del nazismo e nel 1928 viene eletto deputato al Reichstag. La sua ammirazione fanatica per Hitler, che rasenta la deificazione del Führer, cresce a dismisura al punto che scrive: “ Chi è quest’uomo? Mezzo plebeo, mezzo Dio! E’ davvero Cristo e Giovanni Battista?” E qualche anno dopo: “ Soltanto ora ho capito cosa rappresenta Hitler per me ed il movimento. Tutto! Tutto!”. Nel 1931 sposa la bionda Magda Quandt, divorziata dall’industriale Quandt, azionista di BMW ed altre industrie, che aveva quasi il doppio dell’età della moglie. Recentemente il quotidiano tedesco Bild, come riportato su Repubblica del 20/8/2016, scrive che Magda, divenuta la più importante donna del potere nazista, era la figlia illegittima di un facoltoso ebreo che la madre aveva poi sposato in seconde nozze, e quindi era “mezza ebrea”. Forse a questo allude Goebbels quando annota nel suo diario, nel giugno del 1934, “una terribile cosa” appresa “da parte di Magda”. Comunque Goebbels rimane un instancabile Casanova soprattutto quando, assurto nel 1933 a ministro della Propaganda e della Pubblica Informazione, si dedica con successo ad implementare l’industria cinematografica. Lì ha modo di conoscere attrici ed aspiranti artiste che, dato il suo grandissimo potere, erano letteralmente ai suoi piedi. Nel 1938 si innamora perdutamente dell’attrice cecoslovacca Lida Baarova ma Hitler, venutone a conoscenza, gli ordina immediatamente di ritornare da sua moglie e dai suoi figli. La Baarova fu poi “consigliata” di rientrare quanto prima a Praga. La famiglia Goebbels verrà a costituire per Hitler una sorta di famiglia sostitutiva, avviando, tra il Führer ed il suo ministro, “non solo un legame politico ma anche un inquietante vincolo esistenziale e sentimentale destinato a condizionare la vita di entrambi”, come nota acutamente Mirella Serri su La Stampa del 4/10/2016. Hitler aveva ravvisato nella fascinosa Magda, già a partire dal 1931, una sorta di “Première Dame” che non destava sospetti, e diede inizio ad un “ménage à trois” che provocherà una controllata ma dolorosa  gelosia in Goebbels. Scrive nel diario: “Magda si comporta in modo poco dignitoso col capo. E io ne soffro. Non è una signora. Non ho chiuso occhio tutta la notte”.

Nel 1939 Goebbels era diventato, grazie alla sua eccezionale energia ed alle sue indubbie capacità, il padrone assoluto dei mass media. A questo scopo si adopera affinché ogni famiglia possieda un apparecchio radio a basso costo (volksempfänger) in modo da ricevere le trasmissioni ed i comunicati che controlla rigidamente. Inoltre considera il cinema un nuovo e potente mezzo per influenzare le masse, e propone e segue la produzione di pellicole come “Süss l’Ebreo”, il primo autentico film antisemita. Dall’inizio del conflitto mondiale nel 1939 si prodiga nella manipolazione delle notizie relative ai risultati dei vari fronti di guerra, preoccupandosi allo stesso tempo di commentare e rintuzzare le reazioni della stampa inglese, russa e americana e rendersi conto, attraverso i rapporti del Servizio di Sicurezza (Sicherheitsdienst, SD) del morale della popolazione. Così, ad esempio, pur registrando e diffondendo la notizia dell’affondamento della Graf Spee, orgoglio della marina tedesca, o della defezione di Rudolf Hess, il sostituto del Führer, fuggito con un piccolo aereo in Inghilterra, riesce a minimizzare gli episodi imponendo alla stampa e alla radio “di dedicare grande attenzione ad altre cose”.

 

1939

Il diario del 1939, molto frammentato, inizia con Goebbels ancora straziato dalla fine obbligata del suo amore per la Baarova, che tenta di ritrovare un “feeling” con la moglie Magda con la quale i rapporti sono ancora tesissimi. Ma dopo, con l’inizio della guerra, il tono cambia: Goebbels è impegnatissimo e maniacalmente dedicato a seguire in dettaglio ogni notizia ed a presentarla nel modo più favorevole al popolo tedesco; prepara infuocati discorsi per scuotere le masse ed aizzarle contro le plutocrazie occidentali e gli ebrei, tenta di curare in modo accettabile i rapporti con gli altri gerarchi come il ministro degli esteri Von Ribbentrop, che detesta, ed una miriade di altri personaggi minori per i quali non risparmia giudizi taglienti ed anche insulti.

Il 3 gennaio 1939 scrive “Domenica: non una parola da Magda”, ed il giorno dopo “Discusso le cose con Magda,…, non la riconosco più”. Il 24 gennaio pranza col Führer il quale “fa un’altra energica dichiarazione a favore del regime vegetariano. Io considero giusto il suo punto di vista. Il mangiar carne è una perversione della natura umana. Quando avremo raggiunto un più alto grado di civiltà, senza dubbio la supereremo”. E’ interessante una notazione del 5 febbraio “La sera Leni Riefenstahl mi dà un resoconto del suo viaggio in America. Me ne dà una descrizione esauriente che è ben lontana dall’essere incoraggiante. Non otterremo niente da quella parte. Gli Ebrei dominano col terrore e la corruzione. Ma per quanto tempo ancora?”.

Il 30 maggio parla di Harald Quandt, il suo figliastro, che andrà più tardi in guerra, sarà catturato in Italia dagli Alleati, rilasciato nel 1947, si laureerà in ingegneria e rilancerà l’industria automobilistica tedesca prendendo in mano la BMW.

Il 23 agosto 1939 viene firmato a Mosca da Molotov e Von Ribbentrop un patto di non aggressione che prevede la spartizione della Polonia permettendo a Stalin di tranquillizzarsi rispetto ad eventuali mire di Hitler verso est, ed a Hitler di inviare tutte le sue forze verso ovest per la conquista della Francia, del Belgio e dell’Olanda. Il 10 ottobre Goebbels annota: “Un articolo contro gli alleati, molto chiaro, sull’Izvestia, assolutamente adeguato al nostro punto di vista. Corre voce che l’abbia scritto lo stesso Stalin. In questo momento egli ci dà uno straordinario aiuto; la cosa è stata notata e l’abbiamo ringraziato……Il verdetto del Fuhrer sui polacchi è di condanna. Più simili ad animali che a esseri umani, assolutamente primitivi, stupidi e amorfi. La sozzura dei polacchi è inimmaginabile”. Sempre il 10 ottobre, Goebbels scrive: “Un vecchio film: L’opera da tre soldi. Tipica impostura ebraica. Era questo il genere di cose che si permetteva agli ebrei di presentare impunemente al popolo tedesco. E’ merito nostro se ci siamo liberati da questa robaccia”.

Il 12 ottobre Goebbels è euforico: “Il Führer  è meravigliosamente sicuro della vittoria……..Sotto la sua guida noi saremo sempre vittoriosi. Egli riunisce nella sua persona tutte le virtù del grande soldato: coraggio, discrezione, adattabilità, capacità di sacrificio e un sovrano disprezzo per le proprie comodità. Combattere ai suoi comandi non può essere che un onore…….Si arriverà a una vera e propria guerra mondiale? Nessuno può dirlo, ancora”. Il 13 ottobre attacca il primo ministro inglese Chamberlain, che si era impegnato con gli accordi di Monaco per frenare l’espansionismo di Hitler e mantenere la pace ed anche dopo l’annessione dei territori slavi e della Cecoslovacchia da parte dei nazisti, aveva ancora sperato di dialogare con Hitler per evitare la guerra: “Il vecchio spaccone produce una quantità di parole, ma non è che ascoltandolo si sia informati. Un trombone parlamentare. Quanto siamo superiori, noi”. Il 14 ottobre ritorna a parlare dei polacchi affermando che “L’Asia comincia in Polonia. La civiltà di questa nazione non merita considerazione alcuna. Soltanto l’aristocrazia ha una lieve patina di cultura…….Deve quindi essere espropriata. Contadini tedeschi prenderanno il loro posto”.

Il 19 ottobre scrive: “Abbiamo lanciato violentissimi attacchi contro l’Inghilterra, sulla stampa. Ho scritto un articolo furioso contro Churchill pieno di realtà schiaccianti”. Descrive poi l’incontro pubblico con l’equipaggio dell’U-boot che era riuscito a penetrare nella base navale britannica di Scapa Flow silurando l’incrociatore Royal Oak causando la morte di 800 marinai: “Essi hanno gabbato completamente gli Inglesi. Un successo magnifico….Il pubblico è preso da un entusiasmo folle!”. Intanto in Italia Benito Mussolini dopo avere blandamente tergiversato, si va spostando sempre più verso la politica nazista: il primo novembre 1936, dopo avere firmato il patto di amicizia, la Germania e l’Italia annunciano la creazione dell’Asse Roma – Berlino con l’intento non dichiarato di destabilizzare l’ordine europeo. Il 22 maggio 1939 le due nazioni firmano il Patto di Ferro che include anche operazioni di tipo militare. Il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, ministro degli esteri, non è favorevole alla piega che stanno prendendo gli avvenimenti; il 21 ottobre Goebbels scrive: “Il conte Ciano è contro di noi. Ma il Duce è intervenuto a nostro favore e lo ha rimproverato aspramente”. Il giorno successivo Goebbels partecipa ad un ricevimento con il Führer: “Il Führer parla per due ore. Dà un quadro della nostra superiorità militare ed economica e della nostra determinazione di vincere, con qualsiasi mezzo e con assoluta spietatezza…….E alla fine rimane il grande Reich del popolo tedesco, che comprende tutto”. La fede acritica di Goebbels nel Führer è incredibile, “Con un simile Führer e una simile guida del partito, dobbiamo riuscire, e riusciremo…”. Goebbels vagheggia  l’inizio di un nuovo periodo storico, il 24 ottobre scrive: “ Chiacchierata con il Führer. Parliamo della variabilità del nostro concetto di bellezza femminile……Lo sport, la ginnastica e la lotta contro l’ipocrisia sessuale hanno cambiato le attitudini della gente……Stiamo facendo lunghi e rapidi passi verso una nuova era classica. E noi saremo i pionieri di questa rivoluzione, sotto ogni aspetto.

Il 1⁰ settembre 1939 la corazzata tedesca Schleswig-Holstein, giunta a Danzica il giorno prima per una finta visita, bombarda un deposito militare polacco alle porte della città. La battaglia che si scatena da inizio all’invasione della Polonia ed alla seconda guerra mondiale. Attaccata anche da est dalle truppe sovietiche, la Polonia capitolerà il primo ottobre del 1939. Il 25 ottobre Von Ribbentrop parla a Danzica in modo molto duro nei confronti dell’Inghilterra e dei suoi alleati. Goebbels giudica il discorso “stilisticamente misero” ma annota “Il discorso di Ribbentrop ha fatto grande scalpore. Riconosciuto universalmente come la frattura definitiva. Adesso il mondo crede davvero in una guerra in atto. Una buona cosa. Purifica l’aria”. Il 29 ottobre ha un momento di dubbio sul suo futuro: “Oggi è il mio compleanno. Quarantadue anni. Quanti me ne restano? Preferisco non saperlo”.

Il 2 novembre si reca a Lodz, in Polonia: ”Giro del ghetto in automobile…..Una cosa indescrivibile. Questi non sono più esseri umani, ma animali. Per tale motivo, il nostro compito non è più umanitario, ma chirurgico. Qui occorre prendere provvedimenti e bisogna che siano radicali, intendiamoci bene”. L’olocausto è già tragicamente iniziato. Sempre il 2 novembre Goebbels scrive: “Londra ha appena pubblicato un libro bianco sui nostri campi di concentramento, che ha suscitato un grande interesse. Noi risponderemo con un libro bianco sulla politica coloniale inglese. Mai difendersi, sempre attaccare”. Qui è interessante notare che l’esistenza dei famigerati lager tedeschi era nota all’estero, anche se superficialmente, fin dalla fine del 1939. Goebbels riferisce  del suo viaggio in Polonia  a Hitler che “In particolare approva pienamente la mia esposizione del problema ebraico. L’Ebreo è un prodotto di rifiuto. Un fenomeno più clinico che sociale”.

Intanto Goebbels si preoccupa non più di incendiare ma di vendere l’arte “decadente” che, scrive, “ci ha fruttato un mucchio di valuta estera che va nel fondo di guerra, e sarà adoperata per acquistare opere d’arte alla fine delle ostilità”.

Il “blitzkrieg” in Francia, iniziato il 16 maggio, prosegue senza intoppi e Goebbels si preoccupa degli stati neutrali che “Devono essere trattati più duramente, perché imparino a rispettare il Reich”. Poi afferma che “L’esercito dei Russi non vale un gran che. Mal guidato ed armato ancor più miseramente…..E’ già una buona cosa che non si debba combattere una guerra su due fronti. Era questo il piano dell’Inghilterra”. Cioè comincia ad affacciarsi l’idea che un domani anche la Russia possa essere invasa come sta accadendo per la Francia. Infatti il 14 novembre scrive che il Führer “riafferma che le condizioni dell’esercito russo sono catastrofiche: è a malapena in grado di combattere……E’ probabile che il basso livello d’intelligenza del Russo medio gli renda impossibile l’uso delle armi moderne”. Divaga poi sull’astrologia: “Ho ordinato qualche indagine sull’astrologia. In questo campo si dicono e si scrivono quantità di stupidaggini”.

Il 19 novembre scrive: “Protesto con il Führer  sul fatto che gli ebrei sono trattati come i tedeschi riguardo al razionamento alimentare. Immediata abolizione del sistema” mentre il 21 novembre critica il Duce: “Mussolini ha fatto un discorso. A favore dell’autarchia. Un po’ poco per una guerra, una guerra nella quale, giustamente, dovrebbe combattere a fianco a fianco con noi” ed aggiunge che dai rapporti ricevuti appare che in Italia vi sia scarso entusiasmo per la guerra  e l’esercito non è all’altezza della situazione.

Il 28 novembre scaglia i suoi strali contro la Chiesa: “Le chiese diventano insolenti. Ho intenzione di sottoporre alla censura anche le lettere pastorali. Questo dovrebbe far cessare gli abusi del clero”. Intanto la Russia inizia l’invasione della Finlandia che resiste eroicamente; Goebbels commenta: “La Russia ha attraversato la frontiera finlandese. Così è scoppiata la guerra. Una cosa utile dal nostro punto di vista. Di questi tempi più c’è instabilità, più c’è da guadagnare”.

Il 14 dicembre, a seguito del viaggio del dottor Ley in Italia, Goebbels dice: “Mussolini deve tollerare l’opposizione del Quirinale e del Vaticano. Anche Parigi e Londra stanno esercitando forti pressioni su Roma. Le hanno offerto dividendi del canale di Suez e forse la Tunisia. Ma sembra che Mussolini si conservi fedele a noi”. Intanto, il 20 dicembre del 1939, “Churchill tiene un discorso alla radio. Zeppo di bugie e travisamenti. E’ molto invecchiato, ma rimane una vecchia volpe astuta!”. Il 24 dicembre commenta un rapporto sulla situazione in Grecia “Il Paese dipende molto dall’Inghilterra……non il principe ereditario, ma sua moglie, significativamente è una principessa Hohenzollern. Che branco. Essi devono essere eliminati. I parassiti principeschi dell’Europa”. Il 27 dicembre “Il Papa ha fatto un discorso di Natale. Pieno di aspri e velati attacchi contro di noi, contro il Reich ed il Nazionalsocialismo. Tutte le forze dell’internazionalismo ci sono ostili. Noi dobbiamo spezzarle”. Il giorno successivo: “Espongo le mie lagnanze sulla Chiesa. Il Führer  è completamente d’accordo con me, ma non crede che le Chiese tenteranno di fare qualcosa durante la guerra……Il Führer respinge con ardore qualsiasi idea di fondare una religione…….Il suo ruolo unico ed esclusivo è quello del politico. Il modo migliore di trattare con le Chiese è di dichiararsi un vero cristiano”. Il 29 dicembre ritorna sulla questione religiosa raccontando un ragionamento di Hitler alquanto singolare:” Il Führer è profondamente religioso, sebbene del tutto anticristiano. Considera il Cristianesimo come un sintomo di decadenza. E giustamente. E’ una diramazione della razza ebraica…….Entrambe le religioni (il giudaismo e il cristianesimo) non hanno punti di contatto con l’elemento animale e perciò, alla fine, saranno distrutte. Il Führer è un convinto vegetariano, per principio. Le sue argomentazioni non si possono confutare in nessun modo. Sono totalmente inoppugnabili. Egli ha scarsa considerazione per l’homo sapiens. L’uomo non dovrebbe sentirsi superiore agli animali…….L’uomo crede di essere il solo a possedere l’intelligenza, un’anima e la capacità di parlare. Forse che gli animali non hanno le stesse cose?”.

 

1940

Il 1940 è sicuramente l’anno dei maggiori successi militari e politici di Hitler. La Wehrmacht invade e soggioga la Francia, il Belgio , l’Olanda ed inoltre, a nord, la Danimarca e la Norvegia. Potrebbe aggredire l’Inghilterra, ma temporeggia. L’Italia si lancia nella tragica avventura della conquista della Grecia che Goebbels segue con enorme disappunto. Intanto continua a lavorare assiduamente controllando che il popolo tedesco non diventi troppo euforico ed ottimista, in modo da essere sempre in grado di affrontare eventualità non previste. I suoi rapporti con la moglie Magda sono tornati normali ed è nato il loro sesto figlio, una bimba, il cui nome, Heidi, comincia per H come quello degli altri figli in omaggio a Hitler. I lunghi colloqui con il Führer, sempre più convinto della vittoria, mostrano il totale asservimento e la devozione di Goebbels per un capo visto come un genio assoluto, in grado di ricreare una Europa nuova, depurata dagli ebrei e dall’odiato Churchill.

Il 3 gennaio 1940 racconta che Mussolini “ha mandato al Führer un telegramma molto esteso, sia personale che politico, al cui confronto quello del re d’Italia, appare tanto più riservato e freddo”. Il 4 gennaio si scaglia contro il milionario Fritz Thyssen che “ha mandato al Führer una lettera proditoria, e minaccia di pubblicarla”. Thyssen nel 1933 aveva sostenuto l’ascesa al potere di Hitler nella speranza che appoggiasse un governo costituzionale. Ma col trascorrere del tempo, l’industriale aveva realizzato che si era verificato “un disastroso cambiamento. Già nel primo periodo avevo sentito la necessità di esprimere la mia protesta contro la persecuzione contro la religione cristiana……Quando, l’8 novembre 1938, gli Ebrei furono derubati e torturati nella maniera più vile e brutale….io protestai ancora una volta e mi dimisi da Consigliere di Stato….”. Thyssen chiedeva che la lettera fosse resa nota al popolo tedesco, ma ovviamente non fu mai pubblicata. Nel febbraio del 1940 Thyssen fu privato della nazionalità e le sue proprietà confiscate. Fu arrestato in estate ed internato in un campo di concentramento insieme alla moglie. Sarà liberato dagli alleati nel 1945. Gli effetti della guerra cominciano a farsi sentire anche per il popolo tedesco. L’11 gennaio Goebbels scrive “Ieri: 25 gradi sotto zero. A Berlino ed in tutto il Reich la situazione del carbone è molto seria. Dobbiamo essere preparati a provvedimenti draconiani, se necessario. Le condizioni attuali si ripercuotono negativamente sul morale”. Il 16 gennaio ha un colloquio col Führer e annota: “Una conversazione come questa dà a un individuo nuova forza e nuovo coraggio. Tutto il clamore della così detta opinione pubblica mondiale svanisce e diventa irrilevante. Riprendo il lavoro come un uomo risorto”. Affronta poi la questione del Sud Tirolo, dove un referendum aveva confermato la scelta di quella popolazione di restare con l’Italia, e critica aspramente il grande alpinista, regista e scrittore Luis Trenker “quella creatura senza spina dorsale” per avere scelto l’Italia: “Lo sistemeremo a dovere. Il Führer non ha mai avuto una grande opinione di lui e anch’io ho avvertito la gente di diffidarne”.

Il 19 gennaio annota: “Il segretario del Partito Fascista, Muti, ha parlato energicamente in nostro favore. Qualcosa a cui pensare per Londra e Parigi. Si presume che Roma sia pronta. Noi lo possiamo sperare!”. Il 22 gennaio immagina il prossimo futuro: “Il Führer  si è deciso per una grande guerra contro la Gran Bretagna. Non appena il tempo sarà buono, l’Inghilterra deve essere cacciata via dall’Europa, e la Francia distrutta come grande potenza. Allora la Germania avrà l’egemonia, e l’Europa la pace…….Poi il Führer  conserverà la sua carica per pochi anni, nei quali si dedicherà a riforme sociali e ai suoi progetti di costruzioni……Egli intende operare soltanto come uno spirito benefico, aleggiante sopra il mondo politico”.

Il 31 gennaio: “Con il Führer. Egli ha una gran voglia di gettarsi nella mischia. Andiamo allo Sportpalast. Pieno zeppo. Un mare di umanità fremente. Gioia frenetica…….Poi parla il Führer…..Decisa volontà di vittoria. La più incrollabile fiducia. La folla reagisce esultando”. Il primo febbraio sbotta contro la Chiesa “L’arcivescovo Gröber di Friburgo ha tenuto un discorso del nuovo anno che è puro tradimento. Dovremo poi punire questo individuo”. Intanto proseguono i bombardamenti della Luftwaffe contro i convogli inglesi e le grandi città industriali della Gran Bretagna. Goebbels commenta “Il nostro programma di armamento è stato sviluppato con febbrile energia, specialmente nel caso della Luftwaffe. Uno di questi giorni gli inglesi resteranno sbalorditi”. Il 6 febbraio si abbandona a riflessioni visionarie sul futuro della storia: “Il vecchio Sacro Romano Impero fu la più grande creazione politica dopo l’era di Roma. Prese il suo carattere europeo dall’Impero Romano, e di questo saremo ad ammantarci, ora. Con il nostro talento organizzativo e la selettività razziale, il dominio del mondo toccherà automaticamente a noi. Soltanto la Chiesa ostacola la nostra strada ormai. La Chiesa non ha abbandonato la sua pretesa di dominare il mondo secolare; l’ha semplicemente mascherata dietro vesti religiose…….Il Führer  traccia queste prospettive ad ampie ed estese pennellate. Ogni volta che parla di filosofia politica, sembra acquistare una maggiore statura morale”. L’8 febbraio è preoccupato per le notizie che filtrano sul comportamento dei nazisti in Polonia “La propaganda anglo-francese sulle atrocità in Polonia aumenta di giorno in giorno. Noi adottiamo energiche misure per controbatterla”. Intanto non tralascia di leggere tutto quello che può essergli utile per la sua attività propagandistica: “Ho trovato un libro di Shaw, “On the Peace Conference”, del 1919. Contiene una critica distruttiva della mentalità anglosassone. Posso farne un ottimo uso nel nostro lavoro”.

Il 16 giugno scrive: “Situazione militare: aspri combattimenti sulla Linea Maginot…….Inseguimento del nemico oltre la Senna. Dal 5 giugno, più di 200.000 prigionieri. La bandiera tedesca sventola sopra Versailles. Trionfo! Abbiamo trascorso 21 anni combattendo per questo. Gloria, vittoria!”. L’Italia è entrata in guerra il 10 giugno e l’ambasciatore Alfieri “è felice dei nostri successi”. il Führer “è contentissimo ed eccitato. Non vuol sentire parlare di pace, per il momento. Prima i francesi devono essere messi in ginocchio………Il Führer ha studiato la cerimonia dell’armistizio e della pace di Versailles molto attentamente. Sarà questo il nostro modello, perfettamente azzeccato. Il Führer è meraviglioso. Così limpido e inesorabile. Ogni conversazione con lui è una nuova fonte di energia”.

Il 25 giugno scrive: “Alle 19,20, una telefonata di Alfieri: alle 19,10 è stata firmata la tregua tra Francia e Italia. Un momento storico. Colpito dalla grandezza del momento…….Grazie al Führer ”. Il 17 agosto, dopo avere disquisito sui procedimenti legali che in periodi di guerra è meglio abolire, afferma sorprendentemente che “in seguito, intendiamo spedire gli Ebrei nel Madagascar. Là anche loro potranno crearsi il proprio Stato”. Il 1⁰ ottobre, riferendosi al Patto d’Acciaio tra Italia e Germania che il 27 settembre 1940 era stato esteso al Giappone e chiamato Patto Tripartito, annota “Stalin fa una dichiarazione sul Patto delle Tre Potenze, pubblicato sulla Pravda. Molto favorevole……Così i plutocrati, che avevano ipotizzato su eventuali aiuti dei bolscevichi, si trovano a mal partito”. Nel pomeriggio riceve Farinacci, ex segretario del partito fascista: “Egli è eccezionalmente simpatico, un vero vecchio fascista”, con lui discute “sulla crisi morale provocata dal problema degli sfollati”.

Il 5 ottobre Goebbels, appassionato di musica, incontra il maestro Wilhelm Furtwängler che ha qualche preoccupazione per i suoi impegni all’estero “Egli è molto servizievole e offre di dare un concerto con la Filarmonica di Berlino, durante la mia visita a Praga”. E’ noto che il rapporto del grande direttore d’orchestra col nazismo è complesso. Furtwängler non si iscrisse mai al nazionalsocialismo anche se in pratica era considerato il direttore ufficiale del partito, dirigendo parecchi concerti per il regime ed anche in occasione del compleanno di Hitler nel 1942. Fu processato alla fine della guerra dagli americani ma alla fine fu dichiarato non colpevole.

Il 3 ottobre 1940 c’è l’incontro al Brennero tra Hitler e Mussolini: “I risultati delle conversazioni sono buoni…..Potremo aspettarci qualche effetto in un prossimo futuro. Il Führer manovra le sue pedine con eccezionale abilità. Un giorno Churchill si troverà in scacco matto”. Goebbels segue sempre più attentamente l’atteggiamento di Roosevelt nei confronti della guerra. L’8 ottobre riceve una lettera dal giornalista americano Karl Wiegand dall’America che “descrive il terrore intellettuale esercitato dagli ebrei e dai plutocrati, che prevale là, e un Paese che puzza orrendamente di corruzione e vili menzogne, abitato da un guazzabuglio di razze che non merita il nome di “popolo”. Che vada al diavolo!”. I bombardamenti inglesi cominciano a farsi sentire pesantemente; sempre l’8 ottobre scrive “Allarme aereo alle 10, durato più di 5 ore. L’attacco più massiccio degli Inglesi, fino a ora…..Bombardati ospedali etc.”. La Germania comincia a contare le proprie perdite che sono state considerevoli: “In totale, compresi tutti gli aerei distrutti in incidenti durante gli addestramenti, abbiamo perduto meno di 700 aeroplani in settembre. E ne abbiamo prodotto 1800. Il rapporto, quindi, è tollerabilissimo”. Proseguono i bombardamenti della Luftwaffe, l’11 ottobre nota “Ieri tempo ideale. Attacchiamo l’Inghilterra e Londra in particolare senza sosta, di giorno e di notte. La situazione psicologica di Londra va deteriorandosi di giorno in giorno”. Diversamente l’umore nella Francia va migliorando ed il rappresentante tedesco a Parigi “vuole proteggere l’industria della moda francese: Io rifiuto. Dobbiamo assumere una parte preminente in questo campo, e non lasciarci turbare da complessi d’inferiorità. Perciò Vogue non sarà pubblicato, per il momento”.

I bombardamenti proseguono martellanti da ambo le parti. Goebbels è preoccupato per il morale della popolazione che è leggermente sceso. Il 12 ottobre scrive “Il nostro popolo deve, per prima cosa, abituarsi all’idea di un secondo inverno di guerra. Io sto ricevendo un’intera serie di lettere di lagnanze. Dobbiamo condurre la nostra propaganda più intensamente e con maggiore abilità”. Il 14 ottobre annota: “Il rapporto dell’Alto Comando parla ancora di gravi danneggiamenti a Londra. Ma quel mostro di Churchill non è ancora sul punto del collasso”. Intanto ripensa all’industria cinematografica ed il 15 ottobre è euforico “Stiamo accaparrandoci Parigi, per quanto riguarda il cinema. In Belgio e in Olanda, comperiamo le sale cinematografiche. Il mercato europeo deve appartenere a noi”.

Il 16 ottobre incontra Rudolf Hess, segretario privato di Hitler: “Hess mi fa un’ottima impressione: è tranquillo, obiettivo, sincero e molto fiducioso. L’opinione di Hess su Ribbentrop è di assoluto disprezzo. Un uomo ammalato, puerile, vanitoso e gonfiato e con poca sostanza dietro la facciata”. Il 19 ottobre si reca a Parigi: “A Parigi con Göring. Prima una visita a un’esposizione di tessuti fiamminghi. Semplicemente stupenda…….Discutiamo il problema di Ribbentrop, Göring freme di rabbia contro di lui……Parigi, la vecchia magia di questa meravigliosa città, che ancora una volta è pulsante di vita…….La sera al Casino per uno spettacolo di varietà. Non così buono come a Berlino, ma una quantità di belle donne e una nudità disarmante. A Berlino non potremmo mai mettere in scena qualcosa di simile”.

Il 22 ottobre scrive qualcosa di inquietante: “Abbozzo definitivo della monografia sulle opere rubate. Messa insieme magnificamente da Geheimrat Kümmel. Intendo mostrarla al Fuhrer”. Il 23 ottobre parla della preparazione di forti contingenti di truppe per dare una mano alle truppe italiane in Libia, e poi fa la solita sfuriata su Ribbentropo che “sta inducendo la stampa a considerarlo l’erede di Bismarck!”.

In Francia Laval vuole unirsi ai tedeschi contro l’Inghilterra. Il 24 ottobre il grande avvenimento è l’incontro tra il Führer e Laval “Se la Francia è avveduta, quella che le viene offerta è una vera possibilità…..Già la gente parla di una entrata in guerra della Francia contro la Gran Bretagna……..Noi stiamo tirando i fili. I commenti da Vichy sono molto ottimisti…..In complesso il mondo si sta trasformando”. Il 27 ottobre è a Vienna e pranza con Baldur von Scirach, gauleiter di Vienna (condannato a 20 anni nel processo di Norimberga). ”Scirach occupa la stanza di Metternich. Il Congresso di Vienna ha avuto luogo proprio qui. Stanze storiche. Lì, nell’angolo, è stato ucciso Dollfuss”. Intanto Mussolini, irritato per la scarsa considerazione di cui gode sul piano militare, decide di “spezzare le reni alla Grecia”. Goebbels il 29 ottobre scrive: “Roma lancia un ultimatum ad Atene. Metaxas lo respinge. L’Italia muove contro la Grecia”; più avanti si abbandona a riflessioni sulla sua vita: “E’ il mio compleanno. Quarantatré anni. Come s’invecchia attraverso la rivoluzione e la guerra. Qualche volta si vorrebbe avere qualche cosa dalla vita. Non vivere sempre per il vantaggio degli altri”. Un’autocommiserazione francamente curiosa.

Il 1⁰ novembre scrive: “Gli Italiani stanno facendo progressi modestissimi in Grecia. A conti fatti, mancano dello spirito adatto…….Ora noi dobbiamo condurre la lotta in maniera tale da conseguire la vittoria il più presto possibile. Tutti i mezzi sono giustificati. Il nostro fine è chiaro: un nuovo impero mondiale  Tedesco”. Il 2 novembre incontra il Führer: ”L’offensiva italiana contro la Grecia non incontra la sua piena approvazione. Non è stata concepita bene, e non offre uno spettacolo esaltante, almeno per ora. Gli parlo di Vienna. Dell’amore della città per la musica, di Furtwängler e del professor Sauer, tutte cose che lo interessano molto…… Ha un’opinione molto scarsa di Karajan e del suo modo di dirigere”.

Il 3 novembre: “Progressi molto lenti in Grecia. Il blitzkrieg è un’invenzione tedesca e finora è rimasto un brevetto tedesco”. Si consola con i film: “Visita di gente del cinema a cui faccio vedere l’epopea americana “Via col vento” che suscita l’ammirazione generale. Giusto, perché la merita”. Il 7 novembre è a Praga: “Giro della città. Che gioiello! La cattedrale di San Vito con tutti i suoi tesori. Le costruzioni, le strade, le piazze vecchie, la vista sulla Moldava. Uno spettacolo indimenticabile…….Trasuda spirito tedesco, e dovrà diventare tedesca di nuovo, un giorno.” Poi commenta la rielezione di Roosevelt a Presidente degli Stati Uniti “Gli USA, in ogni caso, hanno dato a Londra tutto il possibile appoggio materiale……..E’ difficile che Roosevelt sia in grado di entrare in guerra con una funzione attiva. Non possiamo fare altro che aspettare e vedere!”.

L’11 novembre scrive: “Chamberlain è morto. Crollato moralmente e fisicamente sotto il peso dei nostri attacchi. Voleva vedere la caduta di Hitler. Noi abbiamo visto la sua, e la rovina del suo impero”. In realtà il cancelliere dello scacchiere aveva abbandonato ogni incarico il 22 settembre 1940 ed era “crollato” per l’aggravarsi di un tumore incurabile. Il 12 novembre biasima ancora l’azione italiana in Grecia: “Nessun progresso in Grecia. Roma……ha preparato l’operazione con molta fiacca…… La situazione ora deve essere considerata molto grave dal punto di vista militare. Ed è anche un problema di importanza cruciale per noi. Vergogna, vergogna!”. La sera festeggia il compleanno della moglie: “Magda è di nuovo di una bellezza abbagliante. Il Führer arriva verso le dieci di sera e si trattiene fino alle quattro del mattino. E’ assolutamente rilassato e fiducioso, come nei tempi precedenti la guerra. Emana una somma calma……Sogniamo ad occhi aperti tutte le cose che faremo dopo la guerra. Sarà meraviglioso allora, dovrà esserlo. Siamo molto contenti di avere il Führer  come ospite per tanto tempo. Qui può diventare di nuovo un vero essere umano”.

Il 15 novembre ritorna sulla campagna in Grecia: “La campagna greca era basata unicamente sul bluff. Questo è l’errore più grave che si possa commettere……..Ciano è il responsabile dell’intera faccenda contro il parere della maggioranza. Un altro trombone, un compare di Ribbentrop”. Il 16 novembre rincara la dose: “I Greci stanno già combattendo in territorio albanese. Gli Italiani si sono cacciati in un terribile pasticcio. Un’umiliazione penosa per tutti noi”. Il 19 novembre: “Il Duce ha tenuto un discorso. Molto fermo e virile. Predice il destino di Cartagine per l’Inghilterra”, poi Goebbels passa ad illustrare il nuovo piano edilizio del Führer: 300.000 case nuove, nel solo primo anno del dopoguerra! Il 21 novembre parla di 500 tonnellate di esplosivo scaricate su Birmingham “Questa città diventerà una seconda Coventry…….Gli Ungheresi sono entrati a far parte del Patto delle Tre Potenze a Vienna…….I Bulgari e gli Sloveni seguiranno entro una settimana. La nuova Europa comincia a passare sotto la nostra guida”. Ma ha forti dubbi sull’Ungheria “Là tutti, con Horthy in testa, sono antitedeschi…..Non arriveremo mai a niente con l’Ungheria. Un giorno dovrà essere distrutta”.

Il 24 novembre parla della evacuazione di Coriza (Albania) da parte degli Italiani: “Dipenderà dagli Italiani che non si trasformi in un disastro militare. Probabilmente non sarà così, ma con gli italiani non si può mai sapere “. Il 10 dicembre: “Gli Italiani seguitano a ritirarsi. Questo lede il loro prestigio, ma ha anche un’influenza negativa sulla situazione nel mediterraneo e nei Balcani. Il Führer è molto irritato e scontento……Il Duce sta liquidando un ufficiale dopo l’altro. Dovrebbe sbarazzarsi di Ciano e il Führer  dovrebbe fare lo stesso con Ribbentrop. Ambedue posatori vanitosi e dilettanti…….In ogni modo , la faccenda della Grecia è arrivata a un punto tale, che occorre fare qualche cosa”. L’11 dicembre scrive che gli Italiani sono stati attaccati dagli Inglesi in Africa, ma intanto aerei tedeschi da trasporto sono arrivati in Albania per aiutare i soldati del Duce. “Si calcola che le perdite italiane ammontino a circa 10.000 morti. Nessuno, adesso, vuole esserne responsabile. Ciano cerca di scaricare la colpa su Badoglio, e Badoglio insiste nel dire di non essere stato consultato. Una spaventosa orgia di dilettantismo……..Discuto con Jodl la campagna di Grecia…..Roma ci ha davvero messo i bastoni tra le ruote.” Poi Goebbels si mette a discutere del problema sessuale che preoccupa molto il Führer: “Il cristianesimo ha ammantato di disonestà tutti i nostro atteggiamenti erotici. La così detta “moralità” di oggi non è altro che ipocrisia, in gran parte. L’impulso erotico, simile a quello della fame, è l’elemento più vitale dell’esistenza umana. Dobbiamo esaminare la questione unicamente dal punto di vista della salute del popolo. Questa deve essere la nostra moralità……..Il Führer  sostiene opinioni molto chiare, schiette e senza falsi pudori. E’ il più grande educatore popolare che si possa immaginare.” Sempre l’11 dicembre è deluso ed irritato nei confronti dell’ Italia: ” Churchill ha dichiarato alla Camera dei Comuni che gli Italiani si trovano di fronte a una grave sconfitta nel deserto occidentale d’Egitto. Secondo le nostre informazioni potrebbe anche avere ragione……I nostri alleati fascisti stanno diventando una vera pietra al collo per noi!”. Il giorno successivo annota: “Il Führer parla ai Gauleiter; da un punto di vista militare, è come se la guerra fosse già vinta. Descrive le nostre nuove armi, i potenziali armamenti……tutte cose veramente sbalorditive. L’Inghilterra è isolata…… Proprio come l’anno scorso egli ha predetto il crollo della Francia, ora predice quello dell’Inghilterra…….Nessuna invasione in programma, per il momento…..Egli diffida dell’acqua”. Il 14 dicembre annota: “L’Italia è in uno stato di profonda depressione……..L’Italia spera nell’intervento della Wehrmacht e, alla fine, probabilmente, non avremo altra alternativa”. In Francia, caos a Vichy, “Laval è stato messo agli arresti……Probabilmente è vero che Laval non è appoggiato dalla popolazione. Ha corteggiato la Germania troppo sfacciatamente, e in modo servile…….Pétain ha telegrafato al Führer, dicendogli che la sua politica verso la Germania non cambierà. Staremo a vedere”. Il 20 dicembre scrive: “Ordino di appoggiare maggiormente l’Italia……Le cose si sono consolidate in Albania……..Dal 1 gennaio la nostra offensiva prenderà l’avvio. Allora i Greci cominceranno a sentire la stretta”. Più avanti fa una singolare considerazione “La giustizia da sola non può proteggere uno Stato. Bisogna sempre potere disporre di una alternativa, come noi l’abbiamo nei campi di concentramento”. Ritorna su questo tema il 22 dicembre “ Con il Führer, che ha  difficoltà con gli uomini di legge…….Essi sanciscono condanne alla prigione, quando la morte sarebbe più appropriata. Senza la pena di morte, è impossibile governare in tempo di guerra”. Poi si interroga sulla durata della guerra: “Il Führer spera che finisca nel 1941. Ma chi può saperlo?”. Nuove critiche agli Italiani: “ L’Italia ha iniziato sempre male i suoi combattimenti: prima in Abissinia, poi in Francia, non occupando la Savoia fin dall’inizio, e in seguito in Albania e in Somalia. Impareggiabile dilettantismo. Gli Italiani, hanno portato allo sfacelo l’intero prestigio militare dell’Asse……. Gli Italiani, dopo tutto, sono una razza neolatina. Ora noi dovremo attaccare. Non per aiutare gli Italiani, ma per cacciar via gli Inglesi, che adesso si sono insediati a Creta”. Conclude il panorama della situazione così: “L’America, pensa il Führer, non entrerà in guerra. Teme il Giappone. Ma nemmeno il Führer ha un gran desiderio di invadere l’Inghilterra. L’acqua lo intimidisce”.

Il 23 dicembre: ”Ricevo un rapporto sulla situazione interna dell’Italia: deve essere assolutamente tetra. La Chiesa, l’aristocrazia, gli Ebrei e perfino una parte della classe lavoratrice sono contro Mussolini. Vi sono già seri problemi disciplinari nell’esercito”.

Il 25 dicembre: “Ieri Churchill rivolge un appello al popolo italiano, invitandolo a staccarsi da Mussolini, per unirsi a Casa Savoia e fare la pace. Il vecchio intrigante e plutocrate tradizionale. Ordino alla stampa tedesca di dargli la risposta che si merita” ma il 30 dicembre paventa per la prima volta il coinvolgimento degli USA “Gli USA si stanno avvicinando alla guerra”.

 

1941, primo semestre

L’esercito tedesco dilaga nei Balcani e in Grecia. Nel frattempo iniziano i preparativi segretissimi per l’invasione della Russia, che inizierà in giugno. La folle guerra a est contro Stalin contribuirà in modo determinante alla sconfitta della Germania ed alla tragica fine del nazismo e delle sue mire per una totale egemonia sull’Europa. Scrive Fred Taylor che, con l’invasione della Russia, Goebbels può “riprendere la sua vecchia parte di agitatore anticomunista, chiamando alle armi la Germania contro il Pericolo Rosso”. Ma  Goebbels è anche impegnatissimo a seguire in ogni dettaglio le varie campagne in corso nell’Europa Sud-orientale e nell’Africa del Nord, a registrare le incursioni aeree degli alleati sempre più frequenti e devastanti, nonché, incredibilmente, a sorvegliare gli intrighi tra i capi nazisti per ottenere le posizioni migliori nell’Impero Mondiale dopo la sicura vittoria  alla fine della guerra!

I primi mesi del 1941 sono relativamente tranquilli a parte i pesanti bombardamenti tra cui quello su Genova del 10 febbraio “Gli italiani denunziano 72 morti, e gli Inglesi sostengono di avere scaricato sul porto 300 tonnellate di esplosivo…..Sembra che gli italiani siano in una situazione di completo caos……I fronti sono stabili in Albania. Ma in Africa le cose sembrano molto inquietanti”. Il 13 febbraio annota: “In Abissinia, la situazione sta diventando molto grave per Roma, e in Libia è piuttosto catastrofica……I rapporti dall’Italia parlano del più nero disfattismo……Ciano è assolutamente finito, e la popolarità del Duce si avvicina al livello zero…….Dovremo presto entrare in azione o l’Italia finirà nel niente.” E il giorno dopo aggiunge: “Il Duce commette un’infinità di errori psicologici, anche nella sua vita privata. Agli occhi della gente comune, Ciano è un demonio. E dev’essere incredibilmente corrotto.”  Goebbels si interessa di tutto, il 15 febbraio scrive: “Il professor Auler mi informa sulle condizioni della moderna ricerca sul cancro. In questo campo sono stati fatti enormi progressi. Veri miracoli…….Gli metto a disposizione 100.000 marchi.” Il 22 febbraio scrive che il generale Rommel è arrivato a Tripoli e Mussolini gli ha dato pieni poteri esonerando Graziani dal comando. Registra che negli USA “L’umore tende verso la guerra in una maniera ancora più radicale. Adesso se ne parla apertamente anche ai livelli più alti”.

Il 26 febbraio annota: “Magda mi scrive una lunga lettera molto affettuosa……In questo periodo è molto tenera e dolce. Un bene per me”. Intanto nell’ Olanda occupata vi sono dimostrazioni antitedesche, “Seyss-Inquart è troppo esitante nelle sue reazioni. La solita storia: non è un vero nazista!”. Il giorno dopo viene proclamata ad Amsterdam la legge marziale; per Goebbels bisogna colpire gli Olandesi nei loro portafogli e nelle loro comodità, “Suggerisco un’ammenda di 50 milioni di fiorini oro…..Ma Seyss ha abbastanza carattere?”. La situazione peggiora “Ad Amsterdam siamo costretti a sparare per uccidere. 78 morti…….Gli ebrei sono alla testa dell’opposizione. Mi piacerebbe poter mettere le mani su di loro.” Alle città olandesi di Amsterdam e Hilversum “sono state imposte altissime penali finanziarie. Questo raffredderà presto i loro ardori”. Il 5 marzo annota “Noi bombardiamo pesantemente l’Africa. I nostri amici dell’Asse si ritirano ulteriormente nella Somalia italiana. L’occupazione della Bulgaria si è conclusa senza problemi”. Il 7 marzo interviene contro l’ambiente della moda “Perché reclamizza abiti che richiedono una quantità eccessiva di stoffa, proprio di questi tempi!” e poi discute di musica dicendo che Richard Strauss è davvero avido di denaro “ma la musica la sa scrivere”. L’8 marzo la situazione in Olanda è ritornata alla normalità “Ad Amsterdam c’è stata anche una massa di condanne a morte. Io sono favorevole all’impiccagione per gli ebrei. Devono imparare la lezione, quelli”. L’11 marzo scrive: “La gente si lagna della qualità sempre più sfrenata della nostra musica da ballo. Prendo immediate contromisure”, prosegue dicendo che il Führer ha permesso i matrimoni tra donne danesi, olandesi, norvegesi etc e ufficiali tedeschi, “E’ giusto ed è anche un esperimento politico”. Il 12 marzo: “Ieri bombardata Colonia……Traccio nuove direttive per combattere gli incendi durante le incursioni…….Non più stare seduti in rifugio lasciando che le nostre case brucino. Troppo facile, per dirla chiara”. Il 14 marzo: “Ieri: da 8 anni sono ministro. Che periodo, quante gioie e quanto lavoro! Ma quale percorso verso la sommità! Sono molto grato al destino”.

Il 17 marzo “Il Führer fa un discorso magnifico. Fede assoluta nella vittoria, anche contro gli USA. Questo farà grande scalpore. Ormai egli ammette di non essere più assolutamente sicuro che questo sarà l’ultimo inverno di guerra”. Il 22 marzo “Thomas Mann ha lanciato un appello al popolo tedesco. Vecchio trombone!………Parlo con il capo della Propaganda Norvegese. Un uomo molto intelligente, per essere un Norvegese. Il movimento di Quisling è in crescita. Ma la Norvegia è ancora molto favorevole agli Inglesi”. Il 30 marzo “Ho depositato i miei diari, 20 grossi volumi, nella camera blindata sotterranea della Reichsbank. Sono troppo preziosi perché si possa rischiare che cadano vittime di qualche incursione aerea. Offrono un quadro della mia intera vita e dei nostri tempi. Se il destino mi concederà qualche anno da dedicare a questo compito, intendo pubblicarli nell’interesse delle generazioni future. E potrebbero avere anche una certa utilità per il mondo in generale”.

Ma ritorna a pensare alla guerra: “L’operazione contro la Grecia, preparata da tanto tempo, deve incominciare il 7 aprile…..Noi avanzeremo verso Salonicco, poi i soldati di Leeb faranno una conversione a destra e la Iugoslavia sarà attaccata da tutte le parti……..Il grande piano viene dopo: contro R “. Questo è il primo prudente riferimento all’attacco all’Unione sovietica, che verrà camuffato e tenuto nascosto, spostando fittiziamente truppe verso occidente, “Noi devieremo i sospetti, indirizzandoli verso ogni sorta di posti, tranne che verso l’Oriente. Si sta preparando una finta invasione dell’Inghilterra, ma quando i tempi saranno maturi, tutto verrà cambiato in un lampo e l’attacco incomincerà…….Con questo, le questioni dell’Est e dei Balcani saranno definitivamente risolte. Il progetto, nel suo insieme, presenta qualche problema di carattere psicologico. Paragoni con Napoleone, eccetera. Ma noi li supereremo presto per mezzo dell’antibolscevismo……..Noi siamo sulla soglia di grandi vittorie”. Ma quando sulla wehrmacht incomberà l’implacabile inverno russo, l’ottimismo di Goebbels comincerà a vacillare.

Il 1⁰ aprile si trova col Führer:  “Il problema della Iugoslavia. Egli aspetta semplicemente la sua ora, che verrà presto. Allora agirà. Parole dure  per l’Italia. Gli Italiani non si sono preparati affatto per questa guerra, ma si sono limitati a fare andare la bocca. ”Otto milioni di baionette”, un concetto che, in ogni modo, è privo di valore nell’epoca dei carri armati”. Anche il generalissimo Franco non si salva dalle critiche di Goebbels: “Un pavone vanitoso e senza cervello”. Il 3 aprile scrive: “La Iugoslavia sarà attaccata contemporaneamente dalla Bulgaria e dall’Ungheria. Lo Stato sarà smembrato, l’Italia avrà la costa, la Bulgaria avrà la Macedonia e il nostro Gau Ostmark (l’Austria) riprenderà le province che un tempo appartenevano all’Austria”. Intanto conia uno slogan da usare in Gran Bretagna a proposito degli USA: “Gli Usa combatteranno fino all’ultimo Inglese”. Il 6 aprile scrive: “Le cose vanno molto male in Abissinia. Ora gli Italiani hanno autoaffondato quattro delle loro cacciatorpediniere” e prosegue dicendo che l’esercito tedesco è pronto all’attacco nei Balcani che inizierà il 7 aprile con un bombardamento su Belgrado con 300 aeroplani. La notte successiva “ci sarà un’altra massiccia incursione, con bombe ad alto potenziale esplosivo e incendiarie. Faremo uscire con il fumo i cospiratori serbi dalle loro tane”. L’offensiva va avanti secondo i piani e intanto Goebbels attacca i cronisti della radio americana, a Berlino, che si dimostrano impudenti: “Io faccio dare loro un serio avvertimento, e intendo cacciarli via, se non si correggono”. Poi proibisce il ballo, perché “non è conveniente durante un’offensiva”.

Belgrado continua ad essere bombardata mentre, spezzata la linea fortificata greca, le truppe tedesche marciano verso Salonicco. Ma “i Greci si battono con grande coraggio. Proibisco ai giornali di denigrarli”. Anche il Führer “ammira il coraggio dei Greci e gli duole dover combattere contro di loro……Il Führer è un uomo in armonia con l’antichità. Odia il cristianesimo, perché ha mutilato tutto quanto è nobile nell’umanità……Che differenza tra il benevolo e sorridente Zeus e il Cristo crocifisso e distrutto dal dolore. Anche l’idea di Dio, nei popoli antichi, era molto più nobile e più umana di quella dei cristiani. Quanta diversità tra una tetra cattedrale e un tempio antico, luminoso e arieggiato…….Il Führer non può stabilire un rapporto con la mentalità gotica. Detesta la malinconia e il cupo misticismo. Vuole chiarezza, luce, bellezza…….In tal senso il Führer è un uomo completamente moderno”.

Goebbels è quasi spaventato dal suo superattivismo: “Un uragano di lavoro infuria intorno a me, in ufficio e in casa. In questo periodo sto alla scrivania dalle 16 alle 18 ore al giorno. Sono così stanco che potrei crollare. Ma ne vale la pena”. In effetti pensa di vivere e di partecipare da protagonista ad un evento storico eccezionale. Proseguono i bombardamenti alleati e questa volta a farne le spese è l’Opera di Stato di Berlino e anche l’Università e la Biblioteca di Stato. La conquista della Iugoslavia procede a passo spedito mentre Rommel avanza in Africa del nord: “La sua avanzata precipitosa può quasi mettere in ansia”. Belgrado e la Iugoslavia capitolano, “I resti dell’esercito iugoslavo si sono arresi incondizionatamente”, e Goebbels si concede in Olanda l’acquisto di “qualche stupendo quadro di Van Dyck”. Il 18 aprile scrive: “Noi compiamo la più grande incursione effettuata finora su Londra, con 650 bombardieri, mille tonnellate di esplosivo ad alto potenziale e 50.000 tonnellate di bombe incendiarie. Come rappresaglia al Quartiere Culturale di Berlino” . Commenta la campagna d’Africa: “I Tommy si difendono come leoni. Essi stanno già ritirando truppe dall’Africa orientale, che noi dobbiamo dare per persa”. La situazione in Ungheria lo preoccupa: “Hothy è un vero magiaro, vale a dire un intrigante e ipocrita. Gli ungheresi…..sono maestri nel tradimento”. 21 aprile “Ieri compleanno del Fuhrer. La città è un mare di bandiere……Dio voglia preservare il Führer per molto tempo ancora. Così possiamo essere certi della vittoria”. Poi si distende ascoltando al teatro dell’Opera “Un ballo in maschera” con Beniamino Gigli: “Il pubblico impazzisce……Che meraviglioso e raro piacere!”. Il 22 aprile scrive “Articolo sulla Pravda: i Russi non hanno nulla contro la Germania. Mosca vuole la pace eccetera. Stalin ha fiutato quello che bolle in pentola ed agita il ramoscello d’ulivo. Questo è indice della nostra forza attuale”. Intanto in Grecia il fronte, malgrado l’aiuto degli inglesi, sta crollando con la resa ai tedeschi delle armate dell’Epiro e della Macedonia. “Rapporto dall’Italia: là tentano di rubacchiare i nostri successi e di trasformare le nostre vittorie in loro. C’era da aspettarselo. Ma il mondo non nutre che disprezzo per l’Italia”. Il 25 aprile: “Esamino con Speer i suoi nuovi modelli per la ricostruzione di Berlino…..Incomparabilmente monumentali. Il Führer erigerà un monumento commemorativo di se stesso in pietra”. Poi annota: “Il Duca d’Aosta combatte ancora in Abissinia. Un individuo coraggioso”.

Il 28 aprile “Entriamo in Atene……La nostra bandiera sventola sopra l’Acropoli. Orgogliosa sensazione di trionfo. Gli inglesi sono in fuga”. La stagione d’opera italiana a Berlino termina col Falstaff, “Magda ne è rimasta incantata……Almeno in questo campo, gli Italiani sono riusciti a fare qualcosa”. Il giorno dopo discute col Führer sul Vaticano e il Cristianesimo “Il Führer è un feroce oppositore di tutte quelle ipocrisie, ma mi proibisce di abbandonare la Chiesa. Per ragioni tattiche. E così sono ormai 10 anni che pago le mie tasse alla Chiesa, per sostenere quelle scempiaggini. E’ questo che fa più male.” La situazione alimentare comincia a farsi critica: “Dal 2 giugno la razione di carne dovrà essere ridotta a 100 grammi alla settimana….Se dovremo passare un altro inverno di guerra, consumeremo tutte le ultime riserve di pane…… la nostra condizione non è certo rosea. Ora, mi trovo di fronte al problema di come presentarla alla popolazione”. Poi medita sull’attacco alla Russia: “L’intera struttura del bolscevismo crollerà come un castello di carta. E forse scopriremo che i nostri soldati, là, saranno accolti bene.” Nota in seguito che il duca di Windsor, che notoriamente aveva simpatia per Hitler, “ha concesso un’intervista a una rivista americana nella quale nega in tutta franchezza ogni possibilità di una vittoria britannica”. Il 4 maggio scrive: “Gli italiani si fanno sempre più impudenti nelle loro esigenze: l’intera Dalmazia, sovranità sulla Grecia e sulla Croazia e anche sul Montenegro. Il loro comportamento è più che spregevole. E già insegnano nelle loro scuole che l’Italia ha sconfitto la Francia!” Il 5 maggio legge D’Annunzio: “Ma in tempi come questi, non si può trovare piacere a leggerlo. Uno spaccone vanitoso, tronfio e senza tatto!”.

L’8 maggio esamina il rapporto sul morale della popolazione: “ Molti  desiderano la pace. Essi considerano ogni nuova impresa come un’estensione, e quindi un prolungamento della guerra. Dovremo presentare gli argomenti adatti e seguitare a mettere in evidenza il significato universale di questa guerra”.

Il 13 maggio, “La sera, arrivano notizie terrificanti: Hess, a dispetto degli ordini del Führer, è partito con un aeroplano ed è disperso da sabato……..I suoi aiutanti, gli unici ad essere al corrente delle sue intenzioni, sono stati arrestati per ordine del Führer. La dichiarazione del Führer spiega il  gesto con forme di fissazioni, una specie di pazzia connessa a illusori sondaggi di pace”. La faccenda, commenta Goebbels, sarà difficile da chiarire e comunque avrà un impatto enorme in tutto il mondo. “Il Führer è proprio sconvolto”. Il 14 maggio “Finalmente una certezza. Hess è atterrato in Scozia con un paracadute. Ha lasciato che il suo aeroplano si fracassasse e si è lussato una caviglia nella caduta. Poi è stato trovato da un agricoltore e in seguito arrestato dalla Home Guard. Una tragicommedia……….Silenzio assoluto, per intanto. Ignorare tutte le dicerie. Il Führer mi aspetta. Leggo le lettere che Hess ha lasciato per lui: assolutamente confuse, dilettantismo da scolaretto”. Dice che voleva convincere gli inglesi della loro disperata situazione, “rovesciare il governo di Churchill con l’aiuto di Lord Hamilton, in Scozia, e poi concludere una pace che salvasse la faccia di Londra. Sfortunatamente non ha capito che Churchill l’avrebbe fatto arrestare subito…..Le sue lettere sono cosparse di teorie di occultismo mal digerite. Il professor Haushofer e la moglie Hess sono stati la mente diabolica in tutta questa faccenda……..Mi piacerebbe bastonare di santa ragione quella sua moglie, i suoi aiutanti e i suoi dottori……….Pubblichiamo una nuova dichiarazione: bisogna attribuire la colpa del caso alle fissazioni mentali………La gente si domanda, e a ragione, come mai uno stupido come questo potesse essere il vice del Führer”. Il 15 maggio aggiunge “Il caso Hess ha causato danni spaventosi. In patria, secondo il rapporto dell’SD e altre indagini, il tracollo è completo. Il pubblico, semplicemente, non riesce a capire cosa è successo…….All’estero l’effetto è indescrivibile…….Io soffro acutamente per la vergogna del caso Hess……..La sua ingenuità infantile ci sta provocando un danno incalcolabile”. Il 16 maggio “Emano un ordine deciso contro l’occultismo, la chiaroveggenza, eccetera. Queste oscure sciocchezze saranno eliminate una volta per sempre…….La faccenda Hess deve essere soffocata dal silenzio, non si deve seguitare a parlarne”. Il 19 maggio annota “Il duca di Spoleto è stato proclamato re di Croazia, a Roma. Poveri Croati!…..Intanto in Africa, intorno a Tobruk, infuria una vera e propria guerra di trincea…….In Abissinia il dramma sta per finire. Il duca d’Aosta è costretto ad arrendersi.” Proseguono accaniti combattimenti per scacciare gli inglesi da Creta. Bombardamenti aerei e navali e più di 15.000 uomini della wehrmacht con armamenti pesanti sono sbarcati sull’isola. Il 24 maggio Goebbels ragiona con convinta sicurezza sul futuro assetto della Russia dopo l’occupazione tedesca: “La Russia sarà divisa nelle parti che la costituiscono…….Noi non tollereremo più un immenso monolito nell’Est……..Il bolscevismo diventerà una cosa del passato. Così noi avremo adempiuto il nostro grande dovere verso la storia”.  Goebbels si felicita per “il grandioso inganno” per quanto riguarda l’invasione della Russia “le notizie fasulle e le informazioni false in circolazione  sono talmente tante, che all’estero non hanno più un’idea di quello che sia inventato e quello che sia vero”. Il 27 maggio viene affondata la Bismarck, e Goebbels, per distogliere l’attenzione, annuncia che la situazione a Creta si sta volgendo a favore dei tedeschi. Intanto “sembra che Stalin, a poco a poco, veda la luce. Ma, per il resto del tempo sta lì a guardare fisso, come un coniglio davanti al serpente”. Inizia l’Operazione Barbarossa, designazione ufficiale dell’invasione della Russia: “Ora dobbiamo occuparci del primo grande inganno. L’intero Stato e la macchina militare vengono mobilitati…….14 divisioni saranno trasportate verso l’Occidente. Il tema dell’invasione dell’Inghilterra verrà portato lentamente in primo piano”. Il 2 giugno Creta è conquistata e Goebbels scrive: “Mi sento assolutamente felice e contento di essere al mondo”. Il 4 giugno “Direttive per la propaganda indirizzata verso la Russia: niente antisocialismo, né ritorno dello zarismo, nessuna aperta ammissione del piano di dividere il paese……..Attacchi contro Stalin e i suoi padroni ebrei…….Serie accuse al bolscevismo e ai suoi fallimenti in ogni campo…….La nostra campagna d’inganno funziona perfettamente. Il mondo intero parla della futura alleanza tra Berlino e Mosca”. Ma in realtà Stalin inizia a mettere al corrente le masse della gravità della situazione, e di questo Goebbels è ben consapevole. L’8 giugno scrive “La Russia asiatica non è presa in considerazione. Noi ci interessiamo soltanto delle sue parti europee”. Poi ha un momento d’entusiasmo “Ho acquistato un meraviglioso Goya da una collezione privata francese. Un capolavoro!” .

L’11 giugno riferisce di un discorso del Duce alla Camera “Mussolini è piuttosto generoso nell’attribuire a se stesso le nostre imprese militari”. L’argomento Russia torna in evidenza. “Il Times ha pubblicato un articolo molto sospettoso in proposito e in realtà abbastanza esatto….. Le cose stanno andando ancora bene. Ma non riusciremo a continuare ancora a lungo con l’inganno”. Nel frattempo “Tutti gli astrologhi, gli antroposofi, i cultori del magnetismo eccetera, sono stati arrestati e ogni loro attività vietata……Abbastanza stranamente nessun chiaroveggente ha predetto che sarebbe stato arrestato. Una pubblicità meschina per la professione!”. Il 15 giugno annota: “Sappiamo da intercettazioni radio che Mosca ha messo in stato di allarme la flotta russa. Ma i preparativi sono del tutto dilettanteschi. Non da prendersi sul serio, quando si tratta di vera guerra”. Il giorno successivo colloquio col Führer: ”La prima offensiva sarà sferrata in vari punti. Il nemico sarà respinto con un unico movimento uniforme. Secondo il Führer, per l’operazione ci vorranno quattro mesi…….Dobbiamo agire. Mosca intende tenersi fuori dalla guerra finché l’Europa sarà esausta e dissanguata. Allora Stalin si muoverà per bolscevizzare l’Europa ed imporre il suo dominio. Noi sconvolgeremo i suoi piani con un colpo solo……Quando la Russia sarà stata messa in ginocchio…….potremo dare inizio all’attacco contro l’Inghilterra…….L’Italia e il Giappone ora saranno informati della nostra intenzione di presentare certe richieste alla Russia, sotto la forma di un ultimatum, agli inizi di luglio”. Ma il mondo “comincia piano piano a mangiare la foglia sul nostro inganno riguardante la Russia……..Ora Londra ha capito completamente la faccenda”. 22 giugno: “L’attacco incomincerà alle 3.30 del mattino. 160 divisioni complete lungo un arco di 3000 chilometri…….La più grande concentrazione di forze in tutta la storia…….Camminiamo avanti e indietro col Führer nel salone per tre ore. Non abbiamo altra scelta che l’attacco. Questa piaga cancerosa deve essere cauterizzata. Stalin cadrà……Il Duce verrà informato completamente domenica…….Dopo qualche discussione, fissiamo le 5,30 come ora della lettura del proclama alla radio. Il nemico allora saprà quello che sta capitando e sarà giunto il momento di informarne anche la nazione e il mondo……….3.30, a quest’ora i nostri cannoni cominciano a tuonare. Che Dio benedica le nostre armi! Berlino e tutto il Reich dormono. Ho una mezz’ora di tempo, ma non posso dormire. Cammino su e giù per la stanza, irrequieto. Si può sentire il respiro della storia. E’ giunta una meravigliosa ora di gloria, in cui sta nascendo un nuovo impero. La nostra nazione si incammina verso la luce”.

23 giugno, “Molotov parla: insulti selvaggi mescolati ad un appello al patriottismo…..L’atteggiamento dell’Inghilterra ancora ambiguo……Negli USA nient’altro che sbalordimento, per ora……L’Italia ha dichiarato guerra alla Russia. Molto decente. Un’ondata di anticomunismo spazza l’Europa…..Nel pomeriggio la risposta di Londra è di sostenere che Hitler è pazzo, citando l’esempio di Napoleone, un paragone già suggerito da Molotov”. 24 giugno: “Ieri gli sviluppi militari nell’Est sono ottimi e superano ogni nostra aspettativa. Le nostre nuove armi conquistano tutto quello che si trovano davanti…….Finora 1500 aeroplani russi distrutti. Cadono come mosche. I loro caccia sono più lenti dei nostri Junkers 88. Tutto si svolge secondo il piano e anche meglio……..Il Führer è in procinto di partire per il fronte…….E’ molto serio e solenne. Possa ritornare vittorioso e salvo! Con l’aiuto di Dio!”. Le truppe tedesche avanzano anche se “I Russi resistono coraggiosamente”. Entrano a Kaunas mentre interi quartieri di Leningrado sono in fiamme. L’armata Rossa sta perdendo un numero incalcolabile di carri armati e aeroplani “Ci troviamo sulla soglia di un enorme successo “. Il 28 giugno Goebbels è ancora più ottimista: “L’Europa sta serrando le file, sotto la nostra guida. L’intero continente è in fase di risveglio. Piccole e grandi nazioni si uniscono a noi……..Noi andremo avanti, avanti, avanti, finché giungerà la grande ora.” Il 30 giugno, “Due armate rosse intrappolate a Bialystok……Minsk è nelle nostre mani. I Russi hanno perso 2233 carri armati e 5107 aeroplani”. Il 1⁰ luglio scrive: “In generale le cose vanno bene, sebbene i Russi combattano più energicamente di quanto non avessimo previsto. Le nostre perdite in fatto di uomini ed equipaggiamenti non sono insignificanti……Se avessimo aspettato di più, cosa sarebbe successo? Una volta ancora, l’istinto del Führer si è dimostrato giusto”. Il 4 luglio, “All’estero, specie negli USA e perfino a Londra, considerano la posizione di Mosca molto brutta: Essi credono di assistere alle fasi iniziali di una delle più grandi guerre di annientamento della storia. E, senza dubbio, non hanno torto…….Le perdite dei Russi nella sacca di Bialystok sono enormi. I 160.000 uomini fatti prigionieri sono superati di gran lunga dal numero di morti e feriti…….In questo momento il bolscevismo sta subendo la sua grande crisi, sia intellettuale, sia organizzativa”. 8 luglio, ultimo giorno del diario pubblicato da Fred Taylor. “ La nostra lotta contro il bolscevismo ci ha procurato molti amici. Ma l’effetto della fame è troppo forte. Perfino nei Balcani…….c’è una vera carestia. Specialmente in Grecia…….Anche a Berlino la situazione alimentare è brutta. Ritardi negli approvigionamenti di verdura e patate”. Ma poi l’ottimismo torna a prevalere “Nessuno ha più dubbi sul fatto che saremo vittoriosi in Russia…….Smolensk bombardata due volte. Ci stiamo avvicinando a Mosca sempre di più”.

 

Leggendo questi diari appare chiaro come per Goebbels la mitologizzazione del Führer, all’ombra del quale ha vissuto senza sovente nemmeno essere consultato sulle decisioni fondamentali,  abbia contribuito in modo decisivo al rafforzamento della propria autostima ed autoaffermazione. Come sottolinea Peter Longerich nella sua monumentale biografia “Goebbels” pubblicata da Einaudi nel 2016, il diario “nato come luogo di autoanalisi e autocritica,  diventò ben presto per Goebbels un mezzo per consacrare se stesso alla luce dei successi ottenuti ed eternare una carriera trionfale, insabbiare sconfitte e fallimenti, ritemprarsi e motivarsi a continuare la strada intrapresa. Se nei primi anni, i brani di autocritica sono la parte più interessante, l’assenza quasi completa di autocritica è forse l’aspetto più appariscente degli ultimi”.

 

Francesco Cappellani