Racaille

ovvero, della supremazia, della preminenza, oggi non da oggi, nel mondo di una canagliesca plebaglia

Il ceto sociale.
L’educazione.
La religione.
La cultura.
L’etica.
La forza di carattere.
L’assenza di ogni rozzezza, cafonaggine, grossolanità, scurrilità e sboccataggine.
Aggiungerei l’astemia oltre che il totale rifiuto delle droghe.
Ovviamente, la migliore possibile combinazione di questi imprescindibili cardini.
Nulla assolutamente contando i denari, le ricchezze.
Nulla assolutamente rappresentando la razza.
Nessun peso assolutamente avendo gli orientamenti sessuali.

Credo di aver vissuto, mille anni fa, in una realtà nella quale tutti aspiravano ad essere e a rappresentarsi cotali.
Nella quale i più, con determinazione e con gioia, tendevano alla propria elevazione.
In un universo umano che aveva e nutriva certezze.

Constato di vivere in un mondo nel quale nessuno pone il miglioramento di se come necessaria, doverosa meta.
In un mondo popolato da abbrutiti straccioni.
Percorso e sconvolto da bande di mentecatti tatuati, dediti alla droga e all’alcol.
Dominato da una canagliesca plebaglia.
Governato economicamente, socialmente e politicamente da miseri e miserabili individui in cerca di profitto e di personale, altrettanto misera e miserevole, sopravvivenza.
In una società che vede e identifica il ‘progresso’ esclusivamente nella costante – e certamente negativa quanto agli esiti – evoluzione tecnologica.
Nella moralmente desertificante ‘globalizzazione’.

Lo Stato?
La Patria?
La Scuola?
La Chiesa?
La Famiglia?
I Principi?
Parole, credendo nelle e pronunciando le quali, oggi si passa per dei ridicoli arretratissimi idioti.

Il ‘cambiamento’?
Ecco, il da tutti gli imbecilli agli imbecilli promesso, garantito ‘cambiamento’ a questo ha portato.

Vorrei individuare, ipotizzare rimedi.
Vorrei intravvedere un meno assillante e oscuro futuro.
Vorrei che la ragione mi concedesse uno spiraglio.
Mi facesse intravvedere una via di salvezza.

Così non è!

Mauro della Porta Raffo