Prima e dopo

Prendiamo Don Schollander.
Olimpiadi di Tokyo.
Vince quattro medaglie d’oro.
Nuota.
Stile libero, per chi non lo sapesse.
Cento, quattrocento, la staffetta quattro per cento e quella quattro per duecento.
Detiene, il desso, il record mondiale dei duecento ma non li vince.
Neppure va a medaglia.
Perché?
Semplicemente perché i duecento stile libero (come, per inciso, mille altre gare in momenti successivi) entreranno a far parte del repertorio olimpico solo quattro anni dopo, a Città del Messico.
Prendiamo Bob Morse.
Tiratore implacabile e infallibile, nelle relative statistiche figura bene ma non ai primissimi livelli.
Quale la ragione?
Il tiro da tre punti nel basket fu introdotto solo quando stava per appendere le scarpette al chiodo e tutte le infinite volte che aveva in carriera colpito da lontano per lui valevano due punti.
E come mai la saltatrice in alto Jolanda Balas -dominatrice assoluta per lunghi anni in questa specialità atletica – non ha mai vinto un titolo mondiale?
Semplice, perché ai suoi tempi – tra i Cinquanta e i Sessanta – i Mondiali di atletica leggera dovevano ancora essere creati.
Come mai i piloti di Formula Uno dei bei tempi andati – campioni inclusi – risultano aver vinto meno Gran Premi di quelli più recentemente in corsa?
Elementare.
Perché il numero dei Gran Premi, nei primi decenni limitato, si è dilatato e non di poco.
E nel compilare le classifiche che riguardano le presenze dei calciatori in Nazionale piuttosto che in Serie A, per dire, non si tiene oggi, e non da oggi, conto anche delle entrate in campo in corso d’opera, magari nei minuti di recupero?
Cosa ovviamente impossibile allorquando non era concesso sostituire i calciatori neanche se azzoppati.
E venendo alla boxe, assai più frequenti -praticamente certi – i ko quando si combatteva ad oltranza.
Meno, quando, dipoi, i titoli mondiali e continentali prevedevano match sui quindici round.
Meno ancora dal momento nel quale il limite massimo è di dodici riprese.
E potrei continuare con mille altri esempi.
Fatto è che nello sport si usa scrivere, gridare di primati, di record senza nessuna specificazione relativa al prima o al dopo.
Prescindendo dalle modifiche regolamentari o organizzative.
Mettendo insieme alla rinfusa pere, mele, arance, patate, pomodori…
La ragione?
Il pressappochismo dei media, l’ignoranza dei giornalisti.
Quest’ultima, infinita!

Mauro della Porta Raffo