Peccato che Troisi se ne sia andato

Non sono capace di scegliere un film da portare in vacanza, figurati se posso scegliere il film della vita.

Se fosse così semplice la darei vinta a mia moglie, secondo la quale in una videoteca cinquanta film sono più che sufficienti.

Che delitto.. non trovi Mauro?

Potrei citare ‘Il Padrino’ perché uno – almeno uno – di Al Pacino ci deve stare: ed è comunque poco.

Ma poi dovrei fare i conti con il De Niro degli ‘Intoccabili’ nei panni di Al Capone: “Sei solo chiacchiere e distintivo”.

E anche uno di De Niro è il minimo sindacale.

Come si fa?

Io non ci riesco proprio.

Chi glielo dice a Audrey che il suo sguardo incantato davanti alla vetrina di Tiffany dovrebbe cedere lo sportellino del dvd alla sorridente Julia di ‘Pretty Woman’ o di ‘Nothing Hill’.

Ci sono dischetti che si stanno consumando per quanto girano: ‘L’ultimo dei Mohicani’, ‘Bravehearth’, ‘Il Gladiatore’.

E poi ancora Brian De Palma, Francis Ford Coppola e Ridley Scott.

Che fai li lasci incellophanati?

Loro sono tanti a dirigere o recitare; io sono da solo a guardare: la sfida è impari.

No, non si può proprio scegliere.

Perché ci sono trailer, trame, personaggi che ti appartengono.

Totò lo so a memoria.

Il Marchese del Grillo è un cult.

Verdone, li ho tutti e di alcuni anticipo la battuta.

Però Mauro – da Gran Pignolo qual è – ne vuole uno, uno non più di uno.

Accidenti a te.

E va bene, te lo do.

Mi arrendo solo perché da ragazzino mi immedesimavo nella timidezza di Massimo. Massimo Troisi.

Amante per caso.

Comico senza averne la faccia.

‘Scusate il ritardo’.

Ti consegno questo suo film.

Divertente fin dalle prime battute, comiche nel mezzo di una veglia funebre. L’incontro con Anna (Giuliana De Sio), che era la prima della classe.

“Io, in classe mia, ero il terzo. Primo ci stava Cimmino. Poi Balocco, era raccomandato: lo sapevano tutti. Era il figlio del segretario”.

Lui a letto con la De Sio. “Mannaggia a miseria: o Napoli sta perdendo co ‘o Cesena”.

Lei si arrabbia e fa per girarsi. “Vabbè, tant’è o primo tempo”.

Poi Massimo se n’è andato e il secondo tempo non l’abbiamo più visto.

Peccato…

Gianluigi Paragone