La storia del Jazz – Chicago e il Midwest (1911-1930)

Attorno alla metà degli anni ’20, Chicago e New York sono già le capitali del Jazz, due metropoli pericolose ma affascinanti ed in cui la musica afroamericana è in costante evoluzione. Capitale dell’Illinois, situata sulle rive del lago Michigan, Chicago è la città soprannominata Windy City (la città dei venti). Una sorta di crossroads,un crocevia obbligato dove trovarono rifugio numerosi neri, afroamericani che dal Sud migrarono verso il Nord degli Stati Uniti in un periodo ben preciso che avvenne tra il 1910 ed il 1920 ivi compresi molti musicisti di New Orleans, attratti dai maggiori guadagni e dalle continue offerte nei locali del Midwest e soprattutto di Chicago. Questo periodo coincide anche con un certo decadimento del divertimento a New Orleans dove viene fatto sgomberare nel 1917 dal Comando della Marina Militare,lo Storyville, il quartiere a luci rosse di New Orleans e la cui tradizione vuole che il jazz sia nato e sia prosperato proprio lì,nel bel mezzo dei bordelli del celebre quartiere. Chicago è la Nuova Mecca del Jazz. A Chicago arriva presto Joseph King Olivier (18851938) ed intorno a lui una scuola di musicisti tra cui Leon Bix Beiderbecke (1903-1991), Frank Trumbaueur(il primo sassofonista conosciuto) e Pee Wee Russell. Lo stesso Louis Armstrong nato a New Orleans il 4 Agosto 1901 ( alcune biografie riportano erroneamente il 1990, altre il 1898) e deceduto il 6 Luglio 1971 a Corona nel Queens (New York City) cacciato si fa per dire da New Orleans, fu chiamato da King Oliver a Chicago e dove Satchmo militò come seconda tromba già nel 1922 al Lincoln Gardens nella Creole Jazz band di Joe King Oliver. Siamo nei cosiddetti Roaring Twenties (i ruggenti anni ’20). Chicago è la meta d’esodo, vi arrivano e ci vivono gangster, i politicanti corrotti, i mercanti d’alcol e la città vive con le mescite clandestine, i bar dove si gioca d’azzardo e reclamano divertimento. Il jazz, suo malgrado, sarà inserito nei giri viziosi, da cui però nonostante tutto, cercherà di prendere le distanze. Louis Armstrong incide qui alcune delle registrazioni più importanti e rappresentative del jazz in assoluto con le sue due formazioni, gli Hot Five e gli Hot Seven. Registrazioni che Armstrong fece a Chicago tra il 1925 e il 1928. Già dal 1925 quindi, Louis Armstrong si è afferma nell’ambito della musica jazz come uno dei musicisti più talentuosi e prolifici di tutti i tempi. Fu così che a Chicago, i musicisti provenienti da New Orleans e da altre città e più specificatamente Louis Armstrong, Freddie Keppard, Sidney Bechet, Barney Bigard, Albert Nicholas, Johnny Dodds,Richard M. Jones, Jelly Roll Morton, Jimmy Noone, King Oliver, Kid Ory, Omer Simeon, Zutty Singleton divulgarono con successo i segreti dell’improvvisazione collettiva a tre voci ( tromba, clarinetto e trombone, tipica di New Orleans) e vera fioritura dello stile cosiddetto New Orleans o Dixieland. I musicisti locali di Chicago o del cosiddetto Chicago Style che si trovano ad ogni modo nella Windy City erano numerosi, ad esempio il pianista originario del Tennessee Lovie Austin, Doc Cooke, il pianista di boogie-woogie Albert Ammons nato a Chicago (1907-1949), il violinista Carroll Dickerson, Bud Freeman (clarinettista e sassofonista nato a Chicago), Charlie Elgar (violinista, sassofonista e capo orchestra nato a New Orleans ma di base per molti anni a Chicago) e Earl Hines (1903-1983),quest’ultimo eccellente pianista e direttore d’orchestra della Pennsylvania che a Chicago fa anche parte della seconda formazione Hot Five di Louis Armstrong nel 1928. Artisti che spesso suonano con i sopracitati musicisti provenienti dalla Louisiana forgiando uno stile ed un suono jazz unico e singolare. Nella capitale dell’Illinois negli anni ’20 sorgono molte music-hall, teatri, dancing, balere e club dove si suona jazz: il noto Dreamland Café, l’Elite, Friar’s Inn, Lincoln Gardens, Monogram, Royal Garden, Sunset Café, Panama, Plantation, Apex Club, il Ventome Theatre. I gangsters di Chicago ingaggiano i migliori musicisti in circolazione nei loro locali, Earl Hines è uno di questi, con il risultato che egli può dirigere una grande orchestra in una delle zone top della città, al Grand Terrace di Chicago quasi indisturbatamente dal 1928 al 1947. Earl Hines (in estrema sintesi uno dei massimi pianisti nella storia del jazz) e Benny Goodman emancipati dallo stile di Chicago diventano due tra i più famosi band leader dell’era swing. Il 1920 vede anche la nascita dell’industria discografica con la cantante blues Mamie Smith che incise Crazy blues vendendo oltre un milione di copie e facendo esplodere l’industria ed il settore delle incisioni dedicate ai neri,i cosiddetti race records. Il legame tra blues e jazz è sottile anche se il jazz, per questioni razziali resta sempre segregato a musica di nicchia e in maniera sotterranea. Bessie Smith è la cantante blues più famosa e di gran lunga tra le migliori mai esistite. A Chicago King Oliver dirige la New Orleans band o la Creole Jazz band ( dal 1923 al 1927), Louis Armstrong gli Hot Five e gli Hot Seven (dal 1925 al 1928), Johnny Dodds i suoi New Orleans Wanderers, Jelly Roll Morton i suoi Red Hot Peppers (1927-1929).

Eddie Condon, chitarrista, banjoista, cantante e direttore d’orchestra nato a Goodland nell’Indiana il 16 Novembre del 1905 e deceduto a New York il 4 Agosto del 1973 suona a Chicago e poi a Syracuse con Bix Beiderbecke. Eddie Condon nel 1924 a Chicago fa parte della cosiddetta Austin High School Gang ed è presente in numerose altre orchestre tra cui quelle di Charlie Pierce, Irving Rothschild, Louis Panico, Jack Gardner. E’ uno dei primi ad impiegare la chitarra tenore a quattro corde ed è anche il miglior esempio delle concezioni ritmiche della scuola di Chicago. Una città in cui si afferma sempre più una scuola di musicisti bianchi come la Austin High School Gang, la Cascade’s band, i Chicago Rhythm Kings, l’orchestra di Sid Meyers e il gruppo Mc Kenzie & Condon’s Chicagoans formato nel 1927 dal cantante irlandese Red Mc Kenzie e da Eddie Condon denominato anche Condon’s Chicagoans.

Il principe degli strumenti diventa il sassofono e apre la strada ai jazzisti degli anni ’30. Tra i musicisti più importanti ricordiamo Bix Beiderbecke, Bud Freeman,Boyce Brown, Red Mc Kenzie, Mezz Mezzrow, Jimmy Mc Parland, Eddie Condon, Paul Mares, Ben Pollack, George Brunis, Joe Sullivan, Pee Wee Russell, Muggsy Spanier, Frank Teschemacher, Frank Trumbauer, Dave Tough, Art Rhodes, George Wettling. A Chicago si può affermare che il jazz dopo i primi anni ha decisamente perso i suoi caratteri più folkloristici e popolari per divenire ad opera di professionisti, musica d’arte o di intrattenimento ed è giusto così. Chicago sarà importantissima ed epocale nei decenni seguenti con la fioritura dei bluesmen, con l’avvento della chitarra elettrica e la nascita di alcune case discografiche come la Chess, nata nel 1947 e gestita da Leonard Chess e dal fratello Phil Chess e la Vee Jay che aiutano la diffusione del blues, del cosiddetto Chicago Blues e valorizzano e rendono popolari artisti come Muddy Waters, Big Maceo Merriweather ( pianista boogie-woogie), Elmore James, Willie Dixon, Chuck Berry, Bo Diddley, Otis Spann, Junior Wells,Henry Gray, Johnny Jones, B.B. King, Sonny Boy Williamson, Etta James, Washboard Sam, Jimmy Reed, Buddy Guy, Freddie King, Howlin’ Wolf, Memphis Slim, Luther Allison, Little Walter, Koko Taylor. Nei primi anni ’60 nell’ambito della musica rock, gli inglesi Cyril Davies, i Bluesbreakers di John Mayall, Long John Baldry, Alexis Korner e subito più tardi con l’avvento del british-blues gli Yardbirds, Manfred Mann, Rolling Stones, Kinks, Animals e molti altri attinsero l’essenziale della loro ispirazione e la loro primaria influenza dai bluesmen e principalmente dallo stile e dal sound di Chicago.

Aldo Pedron