Inferiorità (manifesta)

Pugilato.

Molti i possibili verdetti.

Parità, se i giudici non riescono a decidere a favore di uno dei due protagonisti.

Ai punti, allorquando, sia pure di poco, il vincitore sia identificabile.

(Nel caso, essendo usualmente tre i giudici, si può avere un verdetto unanime o uno a maggioranza.

In inglese, nella seconda ipotesi, si parla di ‘split decision’).

Per intervento medico (ne siede sempre uno a bordo ring), se uno dei pugili è ferito e fisicamente impossibilitato a continuare.

Per squalifica, quando l’arbitro riscontri uno o più colpi portati non permessi dal regolamento.

Per getto della spugna, quando è il ‘secondo’ di uno dei boxeur che, vedendo la mala parata e temendo per la salute del suo assistito, interviene appunto gettando l’asciugamano (non la spugna, come gergalmente si dice) sul quadrato.

Per kot (knock out tecnico), quando l’arbitro interrompe l’incontro decretando il ko anche se il pugile dichiarato perdente non è a terra e non è in corso un conteggio.

Per ko (knock out), allorquando uno dei contendenti è al tappeto e ci resta fino alla fine del predetto conteggio il cui limite è dieci.

Infine, per ‘manifesta inferiorità’, se l’arbitro, alla luce dell’andamento del match, ritenga troppo arduo e pericoloso per uno dei pugili, evidentemente incapace di contrastare l’avversario, continuare a combattere.

Mauro della Porta Raffo