Immaginate la Svizzera

Immaginate un Paese al primo posto per l’indice di competitività mondiale (l’Italia è al quarantanovesimo) con un settimo posto per le istituzioni e un sesto posto per le infrastrutture (l’Italia è rispettivamente al centoduesimo e al venticinquesimo).

Immaginate un Paese in cui i cittadini possano essere chiamati a votare sull’aumento per legge di salari e stipendi… e decidano che è meglio lasciar fare al mercato e alla contrattazione tra le parti.

Immaginate un Paese dove l’Iva sia all’otto per cento (in Italia è al ventidue) e dove la pressione fiscale totale è al trenta per cento (mentre in Italia è oltre il quarantacinque).

Immaginate un Paese che ha quattro lingue, cinque religioni, ventisei cantoni, due modi di cuocere le patate [1], ma con un forte sentimento di unità nazionale.

Immaginate un Paese che ha solo sette ministri, un Parlamento che si riunisce di tanto in tanto e in cui il popolo ha sempre l’ultima parola.

Immaginate un Paese dove il Governo si riunisce tutti i mercoledì alle nove, decide a maggioranza, comunica le proprie decisioni alle tredici in una conferenza stampa tenuta dal Cancelliere.

E in cui i giornalisti non inseguono i ministri per le scale o mentre salgono in macchina (anche perché i ministri in gran parte vanno a casa a piedi).

Immaginate un Paese in cui solo nel 1971 le donne hanno ottenuto (dagli uomini) il diritto di voto, e in cui in alcuni piccoli Cantoni il potere legislativo è in un’assemblea di tutti i cittadini (la Landsgemeinde).

Immaginate un Paese che ha aderito all’Onu solo nel 2002 anche se ospitava fin dagli anni Cinquanta a Ginevra la seconda sede delle Nazioni Unite (nel Palazzo dove aveva sede negli anni Trenta la sfortunata Società delle Nazioni).

Immaginate un Paese dove si sta realizzando il più lungo tunnel ferroviario del mondo (la Galleria di base del Gottardo), un tunnel che andrà a vantaggio soprattutto di Italia e Germania.

Immaginate un Paese dove non esistono i notai, dove non serve il commercialista per compilare la denuncia dei redditi, dove se si compra una casa non si devono pagare le imposte (di registro, ipotecaria, catastale, l’Iva, il bollo, e così via…).

Immaginate un Paese dove per dire che un cosa andrà sicuramente bene si dice “va come una lettera alla posta”.

Immaginate un Paese dove non ci sono scioperi, dove i sindacati difendono sia i lavoratori sia le imprese, dove i salari sono i più alti del mondo

Immaginate un Paese dove gli imprenditori non sono visti come i nemici del popolo, dove per creare un’impresa bastano un giorno e quattro firme, dove l’amministrazione non fonda i suoi rapporti sul sospetto…

Immaginate un Paese dove la compagnia aerea di bandiera può fallire e lo Stato non interviene per aiutarla, tanto non può che sorgere un’altra compagnia con altri padroni (Swissair ora Swiss, tutto il contrario del caso Alitalia)

Immaginate un Paese dove non esistono i caselli autostradali, dove non pagate pedaggi (se non una irrisoria tassa annuale per un piccolo contrassegno) nemmeno sulle strade di montagna

Immaginate un Paese dove i limiti di velocità sono rigorosamente rispettati (e fatti rispettare), dove si da la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali, dove i semafori vi avvisano che sta per scattare il verde (con la luce gialla insieme al rosso) per rendere il più possibile fluida la circolazione.

Immaginate un Paese che ha la funicolare più ripida del mondo, la più densa rete ferroviaria e dove gli autobus delle poste raggiungono almeno una volta al giorno i più sperduti villaggi.

Immaginate un Paese dove le previsioni del tempo sono il programma più seguito della televisione, dove i telegiornali parlano di politica in modica quantità, dove le radio non hanno pubblicità.

Immaginate un Paese dove lo sport nazionale è l’hockey su ghiaccio, dove (d’estate) si può fare il bagno nei laghi e nei fiumi, dove le piste ciclabili non sono un’eccezione.

Immaginate un Paese che vota per limitare l’immigrazione, ma che ha una nazionale di calcio formata per quattro quinti da giocatori originari, tra gli altri, del Kosovo, della Serbia, dell’Albania, del Ghana, di Capo Verde, e anche dell’Italia

Immaginate un Paese il cui inno nazionale, su di una musica che ricorda ‘God save the Queen’, inizia con le parole: “Quando bionda aurora il mattin c’indora l’alma mia t’adora re del ciel!” e in cui esiste una Società svizzera di pubblica utilità che ha lanciato un concorso per cambiarlo.

Immaginate un Paese in cui l’Associazione dei Mastri panettieri-pasticceri organizza tirocini per i giovani sempre al completo e in cui esiste una Confraternita dei cavalieri del buon pane che premia ogni anno i migliori panifici.

Immaginate un Paese dove è stata fondata la Croce rossa internazionale e dove il soccorso sulle strade e in montagna è affidato agli elicotteri di una società (la Rega, Guardia area svizzera di soccorso) privata, di pubblica utilità, e che vive con le quote pagate volontariamente dai cittadini.

Immaginate un Paese che dal millecinquecento fornisce i suoi uomini per prestare servizio in un corpo d’armata straniero, quello che protegge il Papa con spade e alabarde.

Immaginate un Paese fondato sulla mela di Guglielmo Tell, sugli orologi, sulle banche e sulla neutralità.

Immaginate la Svizzera.

Gianfranco Fabi

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[1] Il Roestigraben (frontiera del roesti) è chiamato il confine tra la Svizzera francese e quella tedesca. In quest’ultima il piatto tipico è il “roesti”, lo sformato di patate in padella.