Il film della vita

L’avrò visto venti o venticinque volte.

Le prime tre, di seguito.

Avevo all’incirca diciassette anni.

Con un’amica, sono entrato nel cinema dove lo proiettavano di pomeriggio e sono uscito la sera!

Parlo di ‘Romeo e Giulietta’ di Franco Zeffirelli, un film nel quale, come non sempre gli è capitato, il regista è essenziale, la sua poetica straordinaria.

Di più, incantevoli i costumi di Danilo Donati, le musiche di Nino Rota, la fotografia di Pasqualino De Santis, le atmosfere…

Grande tecnica, grande cuore.

Devastante – non saprei cos’altro dire – per la sua bellezza la protagonista Olivia Hussey!

Incredibilmente, forse, un film decisamente virile.

Se penso, poi, alla mia seconda pellicola ‘della vita’, ecco, il ricordo va alla lettura violenta e moderna che del medesimo dramma shakespiriano ha saputo dare Baz Lhurmann nel 1996, protagonista Leonardo Di Caprio.

Come si vede, non mi allontano dai due amanti la cui passione comprendo pienamente.

Angelo Branduardi