Il film della mia vita

Nella vita di tutti noi c’è una donna che ci ha fatto perdere la testa; c’è una donna che ce l’ha fatta ritrovare; c’è una donna che abbiamo amato più delle altre e meno delle altre tradito.

Nella vita di tutti noi c’è almeno un sogno nel cassetto e almeno un sogno coronato.

Nella vita di tutti noi c’è un momento di felicità cosmica e un momento di indicibile disperazione.

Nella vita di tutti noi c’è una canzone che ci ha fatto sognare, un libro che ci ha illuminati, un oggetto divenuto talismano, un abito che come una reliquia custodiamo in qualche baule.

Nella vita di tutti noi c’è un film che abbiamo visto tante volte e ancora rivediamo.

Nella mia vita di film, ce ne sono stati, e ce ne sono due: ‘Tempi moderni’ di Charlie Chaplin e ‘Miseria e nobiltà’ di Totò.

Chaplin e Totò, l’inglese naturalizzato americano e il napoletano naturalizzato partenopeo, non furono solo comici: furono anche comici. Ma più che comici furono artisti. Artisti che non ci hanno solo fatto ridere e sorridere, ma anche pensare e capire.

Charlie Chaplin in Tempi Moderni
Charlie Chaplin in Tempi Moderni

‘Tempi moderni’ è la satira irresistibile e impietosa del fordismo. Charlot, in una delle interpretazioni più felici e, scusate la parola (più impegnate), mette alla gogna, ridicolizzandola, la tecnologia che entra nelle fabbriche, trasformando le catene di montaggio in una sfida frenetica e disumana contro il tempo. Una sfida per ridurre quelli di produzione e impinguare i profitti del padrone delle ferriere.

Totò in Miseria e nobiltà
Totò in Miseria e nobiltà

‘Miseria e nobiltà’ è ambientata a Napoli. Totò vive in un tugurio con l’amante e il figlioletto della prima moglie, assieme a un amico, con famiglia anche lui e, come lui, senz’arte né parte, oberato dai debiti e braccato dai creditori. Il loro problema, su uno sfondo di miseria e di espedienti, è come sbarcare il lunario, come legare il pranzo con la cena. Le famiglie hanno sempre fame e, per non morirvi, pignorano tutto il pignorabile al Monte di Pietà. Napoletani veraci sanno sfruttare le occasioni, maestri in quell’arte tipicamente nostrana che è l’arte di arrangiarsi, versione bizantina e levantina del pragmatismo anglosassone.

Charlot film ne ha fatti tanti. Totò, ancora di più. A entrambi siamo debitori d’infinite risate, e d’infiniti sorrisi, ma anche d’infinite riflessioni sull’insolenza della ricchezza, la protervia dei potenti, la fantasia e le risorse dei deboli, dei reietti, degli sconfitti.

Che non saranno, in fondo, mai sconfitti perché niente nella vita è irreparabile.

O solo il suo fatale epilogo, che non risparmia nessuno.

È l’unica giustizia in un mondo di egoismi, di avversità, di nequizie, di soprusi.

Roberto Gervaso