Giovanni Greco: Viaggi nella storia

Giovanni Greco

Viaggi nella storia

 

Gruppo Editoriale Bonanno

Acireale – Roma 2014, pp. 143, € 14,00

 

La locuzione festina lente «affrettati lentamente» – celebre massima rinascimentale che gli alchimisti intimavano ai loro discepoli – potrebbe ben rappresentare la predisposizione d’animo con cui affrontare la lettura dell’opera di Giovanni Greco, Viaggi nella storia, testo nel quale l’autore si propone di riflettere sulla natura dell’uomo e su come «andare alla scoperta della propria anima». Affrettarsi, quindi, a intraprendere un percorso di trasformazione – un viaggio, appunto –, tuttavia non già con frenesia, ma con costanza e ironia, nel tentativo di ampliare la propria visione esteriore e interiore per cogliere l’essenza del percorso intrapreso.

Di conseguenza, essendo lo scopo del viaggio la trasmutazione, è necessario che il potenziale viaggiatore si predisponga, come suggerisce René Guénon, con un orizzonte intellettuale sufficientemente ampio, nonché con grande disciplina interiore, affinché possa giungere all’armoniosa congiunzione tra esprit de géométrie ed esprit de finesse, dove l’intelligenza analitica non prevale su quella analogica, ma riceve da quest’ultima un riflesso di universalità.

La metafora del viaggio, quindi, come simbolo di un processo di raffinazione, durante il quale vengono eliminate le scorie per liberare l’essenza, e di trasmutazione, per ritornare a quello stato superiore dal quale si è decaduti: un percorso verso la purezza, l’integrità, assenza di sostanze estranee.

Viaggi nella storia si presenta come una raccolta di riflessioni, dove il pensiero e l’immaginazione di colui che scrive non sono né scissi né in contrasto tra loro e, soprattutto, dove l’anima dell’autore, accogliendo la conoscenza come comprensione, conferisce valore e fede alla conoscenza. Apprendere, studiare, riflettere, immaginare, viaggiare – va da sé – e leggere sono le chiavi attraverso le quali non soltanto il testo si dischiude ai suoi lettori, ma anche gli strumenti che Giovanni Greco, con oculata generosità, dona al pubblico che vorrà lavorare la propria anima, che costantemente chiede di essere raffinata.

Nel primo dei venticinque viaggi, dove l’autore medita sul turismo culturale e spirituale, viene ribadito uno dei concetti fondamentali per il viandante, quello di avere sempre «la forza di continuare a vedere e a imparare, mai stanco di aver raggiunto un traguardo». Questo perché più si avvicina alla meta, a quell’orizzonte che tuttavia man mano si allontana, più il viaggiatore è pervaso di luce, che lo induce alle domande e alla ricerca, liberandolo dalla statica immobilità. Del resto, non è già il raggiungibile, bensì l’idea di irraggiungibile che stimola l’azione e il suo percorso; il fine importa solamente come idea. E però, Giovanni Greco è altrettanto consapevole che se la ricerca della Verità è, forse, il compito principale dell’uomo/viaggiatore, è altresì conscio che solo attraverso il dubbio, stimolato dalla dotta ignoranza («uno dei nomi dell’intelligenza» così meravigliosamente la descrive), la Verità può essere avvicinata.

Sicché, si ritorna a quell’apparente opposizione, dubbio/ricerca della Verità, che rappresenta i due volti della medesima moneta, laddove più grezzo sarà il metallo con cui essa verrà forgiata, più ampia sarà la distanza tra le due facce, mentre più fine sarà il materiale da cui la moneta sarà composta (e qui il richiamo all’Oro alchemico è di fondamentale importanza), più gli opposti coincideranno. Spetterà al lettore/viaggiatore trasformare il metallo – dal latino metallum «miniera, cava» e dal greco metallào «ricercare» – non raffinato in nobile.

Nondimeno, è nel capitolo dedicato alla conoscenza che Giovanni Greco trasferisce su carta la sua profondità di storico – e uomo del dubbio – quando afferma, in un conciso ma estremamente denso passaggio: «Francamente faccio fatica a conoscere verità assolute, una volta e per sempre, ciò che conosco è l’animo di una persona che apre completamente il suo cuore e la sua mente in un libro o direttamente a un’altra persona, o a un ristretto gruppo di persone, e usa accenti di tale sincerità, raccontando la sua verità»; una Verità che si sente e si possiede, ma che non si presta alla comprensione, perché resiste alla penetrazione mentale.

Il percorso tracciato da Giovanni Greco fornisce così un metodo per leggere e cercare di comprendere e interpretare non solo il passato, ma anche il presente, senza tuttavia esprimersi in un netto giudizio dal quale gli storici devono rifuggire. Ecco, dunque, che il tragitto del viaggiatore sarà di crescita e sviluppo nel considerare gli eventi della storia, ma anche di curiosità intellettuale, nel tentativo di cercare il filo conduttore del labirinto umano (G. G.). E come gli alberi, di cui l’autore tratta nel ventitreesimo capitoletto, che mentre si innalzano verso la luce, affondano e ramificano sempre di più le loro radici, così il viandante, nel suo divenire verticale, manterrà vigile il proprio cuore al suo passato, alla sua storia, alle sue radici: tradizione da tradurre senza tradire.

Viaggi nella storia è altresì un viaggio nell’uomo, nei suoi tre aspetti – fisico, animico e spirituale –, una escursione nel mondo visibile per cercare l’invisibile (Gustav Theodor Fechner), dove l’immaginazione diventa la base delle certezze nel silenzio «inteso come cosciente stato del proprio essere». Un lavoro artigianale che, per quanto dominato dall’orologio, nonostante gli occhi talvolta bendati, ha sempre come orizzonte una volta azzurra e stellata. L’artigiano della storia, come si definisce l’autore nella premessa, a galoppo del suo cavallo, procede con l’anima risvegliata dal dubbio e, confrontandosi con insigni compagni di viaggio (da Montagine a Comenio, da Lincoln a Selrkirk), continua la sua ricerca sì dell’altrui identità e del proprio destino, ma soprattutto desidera ribadire l’identità del viaggiatore, a sua volta portatore di un’unicità che chiede di essere vissuta.

E infatti, pur raccogliendo numerosi temi, quest’opera non omette mai quella particolarità che è all’interno di ogni uomo e che non si chiama io, ma .

Sulla scia di idee e personaggi antichi, Giovanni Greco traccia, con questo libro, una strada nuova dove la metafora dell’altra faccia della luna – ricettacolo di tutte le influenze planetarie – che, talvolta, si illumina, rimanda il lettore a quel coacervo di emozioni, sensazioni e sentimenti da conoscere e sublimare giacché «se una parte di noi, con la sua storia di conflitti e di emozioni, viene tagliata fuori, allora non potrà mai vibrare empaticamente sino in fondo con un altro».

Il libro Viaggi nella storia non è quindi materia inerte, semplice carta sulla quale è stato distribuito inchiostro sotto forma di caratteri, ma è molto di più: è una combinazione attenta e intelligente di profondi insegnamenti ed esperienze personali volti a tracciare un itinerario, i cui segni potranno – a chi vorrà e potrà – risolversi in simboli da comprendere, per poter entrare in una nuova dimensione esistenziale.

Lorenzo Bellei Mussini