Forse si è pentita di quel bacio mai dato

Ogni storia ha un inizio.

Correva l’anno 1958, sedicenne, prima di Pasqua, finito il secondo trimestre della terza ragioneria: un’ottima pagella con tutti quattro e cinque, mi avviavo verso una solenne bocciatura, ma . . .

Spesso c’è un ma, che cambia le carte in tavola.

Per prima cosa, il mio papà si rifiutava di firmare il documento, affermando che lui non aveva messo al mondo un figlio scemo, ma al momento non mi impressionò più di tanto.

La seconda cosa era il compleanno di una delle splendide sorelle C.; era appena uscito il disco di Paul Anka ‘Diana’ e il terzetto di amici inossidabile si precipitò a comprare il quarantacinque giri per fare bella figura.

A dir la verità, sia a me che ad un altro del trio piaceva la sorella maggiore, che, furba come tutte le donne, aveva mangiato la foglia ed aveva già deciso: quindi tentò di allettarmi parlando della sua amica, che avrebbe invitato, apposta per me.

Marisa abitava ad un isolato dalle nostre case, la conoscevo di vista: bella, alta, un dieci centimetri più di me, ma non ne volevo sapere (allora ero complessato dalla mia statura) e poi era l’altra la donna sognata.

Andai alla festa, in casa, nel pomeriggio, come si usava allora: bastarono tre ore per prendermi una di quelle cotte, dalle quali vieni stordito e perdi la ragione.

In quel poco tempo mi sembrò di capire, che la ragazza fosse dell’altezza giusta, il suo corpo aderiva perfettamente al mio, ballando sulla piastrella, abbracciati stretti stretti il mondo intorno scompariva, né mi interessava più ballare il rock, nel quale io e il mio amico  primeggiavamo ed era la nostra arma di battaglia e di seduzione.

Basta!

Esisteva solo lei, quella che non mi interessava, che era troppo alta, che non mi piaceva molto.

A questo punto, la cosa più logica da fare era baciarsi, almeno così pensavo.

Lei non lo pensava affatto!

Tentai di discuterne, ma fu irremovibile: non aveva intenzione di impegnarsi.

Forte delusione, notte insonne, con il suo viso ed il suo corpo costantemente negli occhi e nella mente.

Per qualche giorno insistetti; passavo sotto le sue finestre sperando di vederla, attraverso l’amica le feci sapere di questo mio grande amore: niente!

Non dormivo più, cominciai a studiare: sommai le due delusioni, quella di mio padre e l’amore impossibile.

Ero sveglio?

Bene studiavo, notte e giorno, sempre, studiavo tutto quello che non avevo fatto prima, con rabbia, tanto dovevo essere bocciato.

Cominciò l’ultimo trimestre e cominciarono le sufficienze, i sette, gli otto; i professori si sorprendevano, divenni inattaccabile in tutte le materie e alla fine dovettero promuovermi.

Mio padre si limitò a dire: lo sapevo di non avere un figlio scemo.

Ero riuscito a dimostrare, che, è vero, non sono alto e bello, ma posso essere più intelligente di altri e naturalmente Marisa cedette, cominciammo una stupenda storia d’amore, che dopo più di cinquant’anni continua.

Siamo nonni e per fortuna i figli ed i nipoti assomigliano a lei nell’aspetto e come carattere.

Devo a lei l’aver scoperto in me delle capacità, che non sapevo d’avere; anche il corpo vuole la sua parte e sono tuttora convinto che la donna deve essere un po’ più alta, perché aderisce meglio …

Sono passate le quattro di notte mentre scrivo questa poche righe e mi sono lasciato trasportare dai ricordi.

La colpa è del mio amico ed agente per la lirica: la sua commercialista gli ha confidato che la sua amica Marisa afferma di essere stata una mia fidanzatina di tanti anni fa, anni di gioventù.

La realtà si ferma poche righe sopra, quando sono riuscito a dimostrare, al mio papà ed all’oggetto dei mie sogni, la mia capacità scolastica e non solo; lei per me è stata una pietra miliare della mia gioventù; da allora sono stato sempre uno dei primi della classe.

Non ci siamo mai baciati, non l’ho più vista, ne ho perse le tracce da quei tempi, non so niente di lei, le ultime ricerche sono state compiute più di quaranta anni fa: chissà che cosa ha fatto, se ha messo su famiglia, se è nonna anche lei.

Sono proprio curioso di sapere, se è lei l’amica della commercialista, mi piacerebbe rivederla, anche se ormai è troppo tardi.

Chissà se davvero si ricorda di me, se mi ha riconosciuto in televisione, se è venuta qualche volta a teatro…

Forse si è pentita di quel bacio mai dato…

Enrico Beruschi