Dettaglio (imprevisto)

“Il diavolo nasconde la coda nei dettagli”.
Oggi, non da oggi, si dice così.
“Dio è nei dettagli”, di affermava una volta.
E ci si può giustamente chiedere come si sia passati col trascorrere del tempo da Dio al diavolo.
(‘Dettagli’ è altresì e incidentalmente il titolo di una canzone cantata da Ornella Vanoni il cui testo italiano, bellissimo, è del mio caro fraterno amico Bruno Lauzi).
Devo a Ferdinando Scianna una ulteriore considerazione rispetto a questo vocabolo.
Parlando di fotografia (verrebbe da dire, ovviamente, ma così non è molti essendo i temi trattati nei suoi scritti dal grande fotografo), Scianna accenna ad un altro tipo di dettaglio, quello ‘imprevisto.’.
Capita, infatti, che lo stesso autore dell’immagine, guardandola, si renda conto di avere rappresentato qualcosa che il suo occhio, prima dello scatto, non aveva percepito.
È appunto questo il ‘dettaglio imprevisto’.
Mi chiedo in proposito se davvero le cose stiano definitivamente in cotal maniera.
Se invece, in qualche misterioso modo, l’artista, ‘dentro’, nel riprendere l’immagine, fosse inconsciamente conscio del particolare e volesse in verità immortalarlo.
Roland Barthes, parlando del fruitore della fotografia, di colui che la guarda, distingue l’aspetto razionale da quello emotivo.
Ritengo che anche quanto all’autore tale distinzione possa, debba, essere fatta.

Mauro della Porta Raffo