Ciclismo. Corse a tappe

Giro d’Italia, Tour de France, Vuelta a Espana.

Queste, nell’ordine (oggi, perché fino a non molto tempo fa la Vuelta si correva prima del Giro), le competizioni ciclistiche a tappe articolate in un periodo di tre settimane di maggior prestigio.

Per il vero, nella graduatoria interna, la corsa ‘regina’ è quella francese e la maglia gialla (rosa e oro, le altre due) indossata l’ultimo giorno a Parigi la più ambita.

Orbene, il Tour fu disputato la prima volta nel 1903, il Giro nel 1909, mentre la Vuelta vide la luce più tardi, nel 1935.

Guardando alle vittorie italiane, ovviamente, assai più numerose quelle al Giro d’Italia.

Si pensi che il primo straniero a riportarlo fu l’elvetico Hugo Koblet nel 1950.

Sempre in tema ‘rosa’, quanto al record di affermazioni, tre i primatisti con cinque successi finali.

Nell’ordine temporale, Alfredo Binda (1925, ’27, ’28, ’29, ’33), Fausto Coppi (1940, ’47, ’49, ’52, ’53), Eddy Merckx (1968, ’70, ’72, ’73, ’74).

In Francia, i nostri hanno trionfato in totale in dieci occasioni.

Ottavio Bottecchia (1924 e 1925), Gino Bartali (nel 1938 e nel 1948) e Fausto Coppi (1949 e 1952) hanno vinto due Tour a testa.

Gastone Nencini (1960), Felice Gimondi (’65), Marco Pantani (’98) e Vincenzo Nibali (2014) uno.

Dopo la squalifica di Lance Armstrong per doping (l’americano aveva ‘vinto’ tra mille virgolette sette volte di fila, dal 1999 al 2005), il primato di affermazioni – cinque – nella ‘grande boucle’ appartiene a Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault e Miguel Indurain.

In Spagna, gli azzurri si sono imposti nell’ordine temporale, e in ogni caso in una sola circostanza, con Angelo Conterno (1956), Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (’81), Marco Giovannetti (’90), Vincenzo Nibali (2010), Fabio Aru (2015).

Pochi, i corridori capaci di vincere tutte e tre le gare almeno una volta in carriera.

Elencandoli, Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador, Vincenzo Nibali.

Nessuno è stato in grado di affermarsi nei tre giri nello stesso anno.

Non rarissime, le cosiddette ‘doppiette’ come si definiscono le affermazioni in due delle citate corse nella medesima stagione.

Fra gli italiani, l’unico capace di tale impresa fu nel 1981 Giovanni Battaglin (Vuelta – all’epoca si disputava prima – e Giro).

Da ricordare che il Tour per oltre trent’anni – tra il 1930 e il 1961 compreso – e poi nelle edizioni 1966 e 1967, vedeva al via squadre non di marca ma nazionali.

(Per il vero, essendo numerosi i ciclisti professionisti di casa, oltre alla squadra ufficiale, per la Francia correvano anche le compagini definite ‘regionali’).

Il commissario tecnico italiano cui era affidata la composizione della nostra equipe fu a lungo Alfredo Binda (peraltro, anche selezionatore in vista del Campionati Mondiali).

Sotto la sua mano, vinsero Gino Bartali nel 1938 e dieci anni dopo, Fausto Coppi nel 1949 e nel 1952, Gastone Nencini nel 1960.

Altre, e differenti corsa per corsa – oltre rispettivamente alla gialla, alla rosa e alla oro del vincitore – le maglie di prestigio in palio.

Quella del Gran Premio della Montagna.

Della Classifica a punti.

Della Classifica dei Giovani.

Non poche, decisamente, le gare a tappe da definirsi ‘minori’, per quanto tra queste alcune di vero prestigio.

Guardando alle date di effettuazione e limitandoci alle più rimarchevoli:

La primaverile Parigi-Nizza (Fermo Camellini nel 1946, Dario Frigo nel 2001 e Davide Rebellin nel 2008 i tre azzurri vittoriosi).

Poi, in calendario appena prima del Giro quasi un prologo, il Tour de Romandie (Gino Bartali lo vinse nel 1949, Pasquale Fornara nel 1956, Guido De Rosso nel ’62, Vittorio Adorni nel ’65 e due anni dopo, Gianni Motta nel 1966 e nel ‘71, Felice Gimondi nel 1969, Gianbattista Baronchelli nel 1977, Giuseppe Saronni nel ’79, Paolo Savoldelli nel 2000, Dario Frigo di fila nel biennio 2001, 2002).

Nel periodo intercorrente tra Giro e Tour, due le corse a tappe di vero rilievo e classe: il Tour de Suisse e il Dauphiné Libéré (per noi, Giro del Delfinato).

La competizione elvetica è in programma dal 1933.

Il record di vittorie – quattro – è di un italiano: Pasquale Fornara (’52, ’54, ’57, ’58).

Altri dei nostri vittoriosi in una gara che nello scorso secolo era la più vicina ai colori azzurri?

Giovanni Valetti (1938), Gino Bartali (’46, ’47), Giuseppe Fezzardi (1963), Franco Bitossi (1965), Ambrogio Portalupi (1966), Gianni Motta (1967), Vittorio Adorni (’69), Roberto Poggiali (’70), Mario Beccia (1980), Giuseppe Saronni (’82), Giorgio Furlan (’92), Marco Saligari (1993), Stefano Garzelli (’98), Francesco Casagrande (1999).

Quanto alla corsa del Sud francese – quasi sempre molto impegnativa per il percorso montagnoso – in calendario dal 1947 e disertata in tempi lontani dai nostri migliori, non conta nessun azzurro tra i vincitori.

Mauro della Porta Raffo