Di Acadia, Acadiensi e Cajuns

Nell’oramai lontano 1962, infatuato come ero degli Stati Uniti d’America e della loro storia, acquistai, non appena tradotto in italiano, l’allora celeberrimo ‘Le cinquanta Americhe’, pubblicato in Francia l’anno precedente ed opera dell’ottimo giornalista e divulgatore Raymond Cartier.

Era quello – pensavo – un libro assolutamente indispensabile per chi volesse davvero conoscere gli USA da un punto di vista geografico, storico e politico.

Naturalmente, le cinquanta Americhe del titolo erano gli Stati dell’Unione che venivano trattati – per la maggior parte e salvo alcuni ritenuti meno significativi – uno per uno.

L’attenzione di Cartier, da buon francese, si appuntava, in particolare, su quei territori nei quali, in altri tempi, si era esercitato il dominio del suo Paese di cui cercava di segnalare le tracce ancora presenti.

Così, per esempio, a proposito della Louisiana, trattando dei mitici ‘Cajuns’, abitatori delle selve, delle paludi e delle acque stagnanti del delta del Mississippi, lo storico rammentava come essi fossero figli degli ‘Acadiensi’ (‘Acadiens’) che, a loro volta, erano colà arrivati, a partire dal 1755, nella seconda metà del Settecento, dall’Acadia (Acadie).

Fu così che appresi dell’esistenza di un territorio (da Cartier collocato dove oggi si trova la Nuova Scozia, in Canada) a me prima totalmente ignoto e di una migrazione obbligata – una vera deportazione – subita appunto dagli Acadiensi ad opera degli inglesi che avevano costretto quei francesi d’America a trasmigrare per tutti i futuri Stati Uniti e, la maggior parte, appunto in Louisiana laddove, quasi inselvatichiti, hanno abitato per oltre due secoli aumentando notevolmente di numero malgrado le evidenti difficoltà del vivere.

Di Acadia e di Acadiensi, da allora, mi occorse, a volte, di sentir parlare in specie in quei, per il vero non molto numerosi, film che ambientavano la loro storia nella Louisiana più selvaggia.

Naturalmente, mi ero premurato di scoprire l’origine del nome di quelle lontane terre oggi canadesi e mi ero trovato davanti a due differenti versioni.

Una prima, che parlava di un vocabolo forse di origine Micmac (una tribù pellerossa del gruppo algonchino stanziata in quelle zone), una seconda, assai più modesta ed insoddisfacente, che sosteneva come Acadia promanasse dal nome della città di La Cadie, situata nella citata Nuova Scozia.

Per il vero, anche a proposito dei territori compresi in quella regione le fonti divergevano: corrispondeva alle attuali Nuova Scozia e Nuovo Brunswick, secondo alcuni.

Solo alla prima secondo altri.

Al territorio compreso tra il bacino del San Lorenzo e la stessa Nuova Scozia secondo altri ancora.

Di recente, finalmente, avendo per le mani e leggendo l’ottimo e corposo saggio sulla storia del Canada scritto da Luca Codignola e Luigi Bruti Liberati, mi è parso di poter sciogliere gli arcani.

I due autori, infatti, spiegano, con evidente dottrina, che l’Acadìa era una regione sì corrispondente alle attuali due province canadesi poco fa elencate, ma anche a parte dello Stato americano del Maine.

E, soprattutto, che il mitico appellativo di quello scomparso Paese derivava da ‘Arcadia’, il Paradiso Terrestre della classicità.

Fu – dicono Codignola e Bruti – però a causa di un errore che così avvenne perché quel nome era stato attribuito dal Verrazzano alla regione della Virginia e, colpa dei cartografi dell’epoca, trasferito molto più a nord in un ambiente che con il Paradiso Terrestre, pur con ogni buona volontà, ha ben poco a che fare.

Mauro della Porta Raffo