Thomas Jefferson

L’uomo e le sue virtù  

Saggista di grandissimo rilievo.

Padre della Dichiarazione d’Indipendenza.

Assente durante la Rivoluzione perché dedito alla sua Virginia della quale fu governatore dal 1779 al 1781.

Fondatore nel 1783 del partito repubblicano democratico ed estensore del programma del movimento nato in alternativa e in contrapposizione al federalismo.

Ambasciatore a Parigi dal 1784 al 1789 e, per conseguenza, lontano nel mentre a Philadelphia si scriveva e si adottava la vigente Costituzione.

Segretario di Stato nel primo governo di George Washington e, nei seguenti quattro anni, in disparte perché sempre più in contrasto con le idee di Alexander Hamilton.

Vice presidente dopo le elezioni del 1796 allorché fu sconfitto da John Adams e ne divenne, giusto quanto allora disposto dalla Carta costituzionale, il vice, Thomas Jefferson (1743/1826) arrivò alla presidenza vincendo le elezioni del 1800 (si ripeterà molto più facilmente quattro anni dopo) con un programma che comprendeva la difesa delle piccole proprietà, quella dei diritti individuali e quella dei singoli Stati nei confronti del governo federale.

Thomas Jefferson
Thomas Jefferson

Per il vero, il numero di delegati da lui conquistato era pari a quello raggiunto da Aaron Burr ed in ragione di ciò la scelta a suo favore fu operata dalla Camera dei Rappresentanti con non poche difficoltà.

Con lui, espansionista in politica estera – si ricordi il ‘Louisiana Purchase’- come unanimemente scrivono gli storici che pure ne sottolineano le molte contraddizioni (contrario alla schiavitù, per fare solo un esempio, possedeva schiavi), “la democrazia andò al potere” e una fortissima ondata di idealismo politico, e non solo, percorse la nazione.

Il cittadino si sentì assai più partecipe della vita pubblica tanto che il nome di Thomas Jefferson è tuttora simbolo di fede nella democrazia e di rispetto dei diritti civili.

 

Thomas Jefferson, l’inventore dello ‘spoils system’

Una particolare forma di lottizzazione politica è propria degli Stati Uniti e segna ancora profondamente ogni cambio di amministrazione: si tratta dello Spoils System.

All’origine del nome, una frase pronunciata da William L. Marcy, fidatissimo luogotenente del presidente Andrew Jackson, poco dopo l’insediamento di quest’ultimo alla Casa Bianca (4 marzo 1829).

Marcy, alla ricerca di una giustificazione logica alla pratica messa in atto dalla nuova amministrazione di premiare i sostenitori politici con incarichi pubblici, disse di “non vedere niente di male nel principio che le spoglie dell’avversario appartengano al vincitore.”

E, d’altra parte, lo stesso Jackson sostenne pubblicamente che l’avvicendamento nelle cariche era “un principio fondamentale per il repubblicanesimo” e che la conseguenza di un simile operare sarebbe stata positiva.

I funzionari, diceva, devono essere periodicamente sostituiti per impedire la corruzione, per evitare la formazione di una burocrazia inamovibile e per consentire a un maggior numero di cittadini di partecipare alla vita pubblica.

Secondo Jackson, chiunque può ricoprire un incarico pubblico visto che i compiti sono “talmente semplici e chiari che qualsiasi persona intelligente può facilmente svolgerli.”

A ben vedere, il vero iniziatore della pratica dello Spoils System – prima ancora che così venisse denominata – era stato uno dei Padri della Patria, Thomas Jefferson.

Arrivato a White House il 4 marzo 1801, primo presidente non appartenente al partito Federalista di George Washington e di John Adams, Jefferson non perse occasione, ogniqualvolta le vicende amministrative gliene offrivano il destro, per modificare radicalmente, nominando i propri amici, la composizione di quella che era stata una burocrazia a stragrande maggioranza federalista.

Quando concluse il suo secondo mandato (3 marzo 1809), gli impiegati federali erano praticamente tutti del suo partito.

Il cattivo esempio gli era stato dato dal suo immediato predecessore John Adams, il quale, poco prima di lasciare la carica, aveva nominato presidente della Corte Suprema l’amico e collega di partito John Marshall (è forse questo il primo caso di ‘nomina della mezzanotte’).

La pratica dello Spoils System è ancor oggi diffusa anche se la or ora citata Corte Suprema, nel 1976, giudicando nella controversia ‘Elrod v. Burns’, ha dichiarato inammissibile il licenziamento esclusivamente per ragioni di carattere politico.

Una parziale riforma del sistema, in seguito, ha introdotto criteri più meritocratici nel ‘civil service’.

Mauro della Porta Raffo